SAN SEVERINO - Andrea e Monia hanno detto sì. Lo hanno fatto all’hospice di San Severino, dove lui è ricoverato dallo scorso 2 gennaio a causa di un tumore. Ma il desiderio di mettere un sigillo sul loro amore è stato più forte della malattia. Quell’unione che dura da quattro anni ha sentito il bisogno di essere consacrata. Perché forse è vero che - come canta Elisa - conta quel che rimane. Pochi fronzoli per la festa di Andrea Merlini, maceratese di 51 anni dipendente di Unimc, e Monia Ripari, insegnante 47enne di Tolentino.
Una camera d’ospedale, camicia bianca e cravatta lui, disteso sul letto da cui non riesce ad alzarsi; abito bianco con un cinta d’argento lei, che l’accessorio più bello lo indossa sul viso: il sorriso di chi è innamorato. È ciò che rimane. È l’essenziale.
I preparativi
Andrea e Monia si sono resi conto del valore che l’uno rappresenta per l’altra. Così nelle ultime due settimane sono iniziati i preparativi per il loro grande giorno. Lui nel suo letto d’ospedale, lei divisa tra i bambini della scuola dell’infanzia dove insegna e l’amore della sua vita, da cui corre ogni volta che esce dal lavoro.
«Ci hanno aiutato in tanti a preparare questo giorno (la coppia si è sposata domenica scorsa, ndr). Innanzitutto don Gianni, parroco di San Catervo di Tolentino, che ci ha sposati, e il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi che ci ha permesso di celebrare il matrimonio all’hospice». Nella stanza della struttura sanitaria settempedana solo Andrea e Monia, il sacerdote e i testimoni. Tutti gli altri, amici e parenti, collegati su Zoom dalla sala riunioni dell’hospice. Non è mancato il buffet per tutti gli invitati. I due sposi hanno tagliato la torta in camera mentre gli applausi, carichi di gioia e commozione, risuonavano tra gli amici e i parenti. Il giorno del matrimonio è uno dei giorni che restano indelebili nella vita di ognuno. Così anche quelli dei preparativi.
Le emozioni
«Questi giorni sono stati pieni di emozione - aggiunge Monia -. Sono state settimane emozionanti, c’è stata una carica grandissima. Nonostante Andrea abbia avuto qualche giorno di febbre abbiamo guardato avanti, a questo momento». E ora resta l’amore. La voglia di stare insieme. Il bisogno di sostenersi a vicenda. E l’insegnamento di chi li guarda e non può che provare ammirazione. «I messaggi che vorremmo dare sono tanti. Soprattutto quello di vivere intensamente la bellezza della vita. Io l’ho sempre amata molto - confida Monia - ma ora l’ho scoperta ancora di più. Vorremmo che tutti godessero della bellezza della vita, che c’è anche nella sofferenza. Questo noi lo abbiamo compreso insieme e grazie alla preghiera».
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