San Severino, caccia il ladro a colpi
di stampella. «Ora prendo il porto d'armi»

Franco Marinozzi
Franco Marinozzi
di Luca Muscolini
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Domenica 28 Gennaio 2018, 11:28
SAN SEVERINO - Di furti sventati, a volte grazie all’allarme attivato nella propria abitazione, altre per la collaborazione degli amici a quattro zampe posti a guardia di un immobile o, di recente, in virtù di un’iniziativa che fortunatamente sta prendendo sempre più piede come il Controllo del vicinato, abbondano le cronache. Ma nel caso di una famiglia di settempedani presa di mira nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, la dinamica della pronta reazione della vittima di un furto in un condominio nel rione di Contro, non lontano da dove sono iniziati i lavori per la costruzione della scuola temporanea che ospiterà gli ex alunni di Infanzia e Primaria dell’Alessandro Luzio, è del tutto singolare. I “topi di appartamento”, almeno due, sono stati infatti messi in fuga dal padrone di casa a furia di colpi di stampella. «Voglio raccontare il fatto dopo averlo regolarmente denunciato alla locale stazione dei carabinieri per mettere in guardia i concittadini di San Severino già duramente provati dal recente sisma e nella speranza che il mio “outing” possa fungere da deterrente, seppur minimo, nei confronti di una pratica ladresca che è purtroppo lungi dall’essere risolta – inizia così il racconto Franco Marinozzi, collaboratore scolastico da un paio d’anni in pensione, figura conosciuta e apprezzata nella sfera degli istituti superiori settempedani per la sua attività lavorativa svolta per lungo tempo all’Itis Divini ora demolito ma in procinto di essere ricostruito -. Venerdì pomeriggio, intorno alle 18.40, sono uscito con mia moglie per mettere l’auto in un garage qua vicino. Mia figlia Federica, contemporaneamente, era uscita per recarsi in farmacia proprio su mia indicazione. Due settimane fa, infatti, mi sono sottoposto ad un intervento al ginocchio e avevo bisogno di una confezione di antidolorifici. Non pensavo certamente che la nostra sortita fosse piena d’insidie, anche per l’ora che non suggerirebbe un’azione come quella che abbiamo subìto».
Invece, evidentemente, gli ignoti malfattori stavano controllando minuziosamente i movimenti della famiglia Marinozzi che vive in un condominio di via Fratelli Giri non propriamente sovraffollato, in un momento in cui diverse famiglie per svariati motivi non erano in casa. «Al momento di rientrare nel nostro appartamento, che si trova al primo piano, alla destra dell’edificio guardando dall’entrata principale – riprende il racconto Marinozzi -, ho notato un’ombra sospetta nel giardinetto sotto la terrazza della cucina. Mia moglie Stefania ha avuto la stessa impressione nell’avvicinarsi al cancello d’entrata. L’ho invitata ad affrettare il passo per tornare a casa, mentre io, rallentato nella deambulazione per le stampelle, sono rimasto qualche metro indietro. Appena mia moglie ha raggiunto il portone d’ingresso io ho girato verso il giardinetto per scoprire se ci fosse qualcuno, ma in quel momento si è accesa in terrazzo la luce che si attiva automaticamente quando la fotocellula rileva movimenti, mostrando una sagoma snella di un uomo che si era arrampicato. A quel punto non ci ho visto più». Il settempedano, già provato da un tentativo, per fortuna andato a vuoto, di effrazione di una finestra sul retro dell’abitazione subìto circa un anno fa, ha trovato la forza per uno scatto verso il terrazzo.
La reazione
«Ero imbufalito – ammette Marinozzi -. Ho iniziato a inveire verbalmente contro l’inopportuno visitatore nella speranza di metterlo in fuga, ottenendo che l’altro in giardino, mi è sembrato un giovane, svanisse alle mie spalle, mentre ho iniziato ad usare una stampella (ora danneggiata, ndr) a mo’ di clava per spaventare il ladro salito sul terrazzo, il quale mi ha scaraventato addosso uno stendino e, con una mossa felina, è scappato, dileguandosi nella notte». Alla fine della disavventura Marinozzi ha maturato la sua decisione: «Dopo due tentativi di furto subìti, penso che mi deciderò a seguire il corso per conseguire il porto d’armi».
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