Omaggio a don Quinto Domizi. Una serie di iniziative in occasione del decennale della morte

Don Quinto Domizi
Don Quinto Domizi
di Daniel Fermanelli
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Venerdì 24 Giugno 2022, 09:20

SAN SEVERINO - Nel decimo anniversario della scomparsa la comunità settempedana domenica ricorderà don Quinto Domizi, “fedele figlio di una Chiesa in cammino”, con una serie di iniziative che saranno aperte da un momento di preghiera, alle ore 18,30, nel santuario di San Pacifico dove verrà celebrata una santa messa di commemorazione. A seguire merenda per tutti. 


In serata, a partire dalle ore 21, al teatro Feronia testimonianze sulla vita e l’opera di don Quinto con intermezzi musicali del Corpo filarmonico bandistico “Francesco Adriani” Città di San Severino Marche.

Nel corso dell’incontro verrà distribuito un opuscolo dei ricordi della vita del sacerdote. Le iniziative sono patrocinate dal Comune. La cittadinanza è invitata a partecipare. Nato a Parolito il 20 dicembre 1922 da Gioacchino e Domizi Enrica, don Quinto entrò in seminario nel 1936 per essere ordinato sacerdote nel 1948, dal vescovo Longinotti, nella chiesa di San Giovanni Battista di Colleluce.

Nello stesso anno cominciò il suo primo ufficio di parroco a Frontale dove rimase quattro anni fino a quando il vescovo gli assegnò l’incarico di vice rettore e insegnante nel seminario di San Severino. Il primo ottobre 1955 arrivò per lui la nomina di guida della parrocchia rurale di San Pietro della villa di Biagi. Ha retto questa parrocchia, man mano ampliatasi con i territori delle ex parrocchie di Gagliannuovo, Cagnore, Fontecupa, Serrone e Stigliano come ricorda lo storico settempedano Raoul Paciaroni, ininterrottamente per 55 anni, praticamente fino alla morte sopraggiunta il 22 giugno 2012.

Nel corso del suo lungo ministero al servizio di piccole comunità della diocesi di San Severino Marche, don Quinto si è sempre segnalato per la disponibilità verso il prossimo. Iniziò a scrivere e a pubblicare di storia locale assai tardi ma la sua attività di divulgatore del sapere è continuata ininterrotta sino alla sua morte dalle pagine de La Voce Settempedana. Ha realizzato anche diverse monografie. Amante delle ricerche storiche, a lui si deve il riordino del ricco Archivio vescovile di San Severino di cui era geloso custode e conservava ogni carta con diligenza e amore. Fin dal 1991 aveva istituito nel seminario, vicino la sede redazionale de La Voce Settempedana, un “Centro culturale don Amedeo” dove raccoglieva i libri, gli studi, le registrazioni, le fotografie, i diari e tutto quello che don Amedeo Gubinelli aveva lasciato.

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