Tragedia in vacanza, Sandro Meschini operato in Francia: «Quel furgone ci è venuto addosso».

I soccorsi in Francia dopo l'incidente
I soccorsi in Francia dopo l'incidente
di Luca Muscolini
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Venerdì 19 Agosto 2022, 06:20

SAN SEVERINO -  Quei terribili attimi dell’incidente lo tormentano ancora, non si dà pace per quello che è avvenuto sulla route nationale 94, nel territorio di Châteauroux-les-Alpes, in quel maledetto pomeriggio di Ferragosto, quando erano quasi in vista dell’albergo francese in cui avrebbero dovuto pernottare prima di fare ritorno in patria. Sandro Meschini e la moglie Paola Liuti - titolari della Liuti Traslochi - se la sono cavata per pura casualità. Lui ha una doppia frattura a una gamba già operata in Francia, ma si è visto la morte in faccia. 

 

«Eravamo a quattro minuti di distanza dall’hotel dove avremmo pernottato prima di trascorrere gli ultimi giorni di vacanza sulle rive del lago Maggiore – ricorda Meschini – quando d’un tratto ho visto un furgone convergere nettamente verso la nostra corsia. È avvenuto tutto in un attimo. La moto della nostra comitiva che si trovava più avanti era quella di Graziano Dignani (marito di Patrizia Giampieretti, unica vittima dell’incidente, ndr) che ha tentato di evitare il furgone con una manovra disperata sulla sua destra. Dovrebbe esserci riuscito, ma nel farlo è andato a urtare contro un muretto a lato della strada. Graziano è rimasto a terra con diverse ferite, ma purtroppo la moglie Patrizia non ce l’ha fatta. La seconda moto, la Honda di Mario Rocci, è stata presa in pieno. Mario, seppur ferito in più punti, è rimasto sempre cosciente, mentre le condizioni di sua moglie Sabrina (Falsi, ndr) sono parse subito più gravi. Io ero sulla mia Bmw ma più distante perché, per via di un paio di spaventi in passato, abbondo sulla distanza di sicurezza. Ho frenato deciso e ho evitato l’impatto, scivolando infine per un paio di metri, però ho avvertito un urto alla gamba. Probabilmente nello scontro è volato qualche oggetto e mi ha colpito. Quando ho provato a rialzarmi non riuscivo a stare in piedi». 

Dopo un attimo di esitazione dovuta all’emozione, Meschini aggiunge: «Ai primi soccorritori ho subito detto che c’erano feriti più gravi e che eravamo sei motociclisti, ma ne vedevano solo cinque.

Poco più tardi la tragica scoperta del corpo della povera Patrizia, sbalzato lontano. Poi ci hanno portato all’ospedale. A Briançon sono stati eccezionali. Hanno allestito un letto per mia moglie vicino a me. Hanno trovato un posto per far pernottare i nostri parenti arrivati da Fossano (Piemonte) per riportarci in Italia. Ci hanno messo in comunicazione con l’ambasciata. Quando è arrivata mia figlia dall’Italia i sanitari le hanno fornito il materiale medico per il viaggio di ritorno. Trascorreremo un paio di giorni dai parenti a Fossano - confida -. Il tempo di riprenderci, poi torneremo tutti a casa».

Sgomento e amarezza nelle parole di Meschini: «Quello che non accade in quindici anni succede in un attimo - dice -. Abbiamo percorso senza problemi, anno dopo anno, le strade di Croazia, Montenegro, Grecia, Germania, Olanda e, pur restando sempre prudenti, siamo stati coinvolti in questo drammatico incidente. Non riesco a capacitarmi di cosa possa aver portato quel furgone sulla nostra strada. Non sarà facile tornare alla normalità». Intanto la salma di Patrizia Giampieretti dovrebbe fare ritorno in Italia domenica. I funerali, probabilmente, martedì mattina. 

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