RECANATI - «Bosco in memoria delle vittime del Covid». C’è scritto così, da ieri, sul terreno di via Mascambruni, a Recanati, dove lo scorso anno sono stati piantati oltre duecento alberi dai volontari della Croce Gialla e di Pian-ti-amo Recanati. Il bosco urbano, nato dall’idea del cittadino e volontario delle due associazioni, Riccardo Clementoni, con il sostegno dell’amministrazione, è stato infatti intitolato ai recanatesi scomparsi a causa del virus.
«Un anno fa eravamo qui per la piantumazione degli alberi - ha ricordato il sindaco Antonio Bravi - e oggi (ieri, ndr) intitoliamo il boschetto alle vittime del Covid.
«In questi anni abbiamo avuto circa 60 vittime in città -, c’è però qualche dubbio sul numero perché non esiste un elenco ufficiale a cui attingere. È però un numero elevato che ha creato dolore a tante famiglie». Poi l’invito a non abbassare la guardia. «Il Covid non ci ha ancora abbandonato - ha ricordato - , in questa ultima settimana c’è stata una nuova crescita dei casi e, anche se grazie al vaccino il virus non rappresenta più un dramma, dobbiamo sempre fare attenzione». L’assessore all’ambiente, Michele Moretti, ha ringraziato le due associazioni e i volontari che hanno permesso la nascita del boschetto. «È un luogo che già si presenta bene - ha detto - e sarà bellissimo quando gli alberi saranno cresciuti. Questo posto nasce dall’attività spontanea dei nostri gruppi, su una idea della Croce Gialla che è stata promotrice, a Natale 2020, di una raccolta di fondi per questa piantumazione. Ultimamente alcune piante si erano seccate e il sodalizio ne ha donate altre 50. Fondamentale la dedica del luogo alle vittime del Covid».
Grande la soddisfazione del volontario Riccardo Clementoni, mente e cuore dell’iniziativa partita un anno fa. «Da quando abbiamo iniziato la piantumazione - dice -, anche con scopi didattici, il Comune ci ha sempre supportato e ha poi deciso di dedicare il bosco alle vittime del Covid. Abbiamo lavorato tutto l’anno per mantenerlo e il riconoscimento dell’amministrazione è segno tangibile della volontà di custodire quest’area. È l’esempio che collaborare si può».