RECANATI - Aveva denunciato entrambi i genitori per stalking nei confronti suoi e del suo fidanzato italiano, ieri il padre è stato condannato, la madre assolta. Imputato un 60enne di un Paese dell’Europa dell’Est accusato di aver perseguitato il fidanzato della figlia pedinandolo e facendogli appostamenti fin dove lui lavorava. Entrambi i genitori erano accusati anche di atti persecutori nei confronti della figlia, una volta l’avrebbero chiamata dicendole che per 300 o 400 euro si ammazzava una persona.
«La faccenda andrà a finire male», sarebbe stata una minaccia, e poi più esplicitamente alla figlia avrebbero detto che: «Viva o morta doveva tornare a casa».
«So che ad agosto del 2018 – aggiunse in aula la vittima – i miei genitori erano andati nel loro Paese di origine ed erano stati anche da dei maghi per cercare di interrompere la relazione che avevo e che tutt’ora ho con il mio compagno».
La giovane raccontò anche dello stato di ansia e di paura vissuto per la propria incolumità, delle difficoltà vissute in quel periodo (in particolare nel 2017, ma anche successivamente), dell’esasperazione che le aveva provocato il comportamento dei genitori e dell’incubo che sembrava non avere fine. Ieri il pubblico ministero Francesca D’Arienzo ha chiesto per entrambi i genitori la condanna, il giudice Daniela Bellesi ha assolto la madre della vittima e ha condannato il padre a quattro mesi in continuazione con una precedente condanna a due anni e quattro mesi, arrivando così alla pena complessiva di due anni e otto mesi.
Il padre, infatti, era stato condannato nel 2019 per maltrattamenti in famiglia nei confronti della figlia, colpevole a suo modo di vedere di vestire “all’occidentale”. La giovane era stata insultata e minacciata che sarebbe stata uccisa se avesse frequentato ragazzi italiani. All’epoca la ragazza si rivolse anche a un centro antiviolenza.
Nel 2019 fu il pubblico ministero Marco Tarquinio Severini a chiedere la condanna che fu poi disposta dal giudice Federico Simonelli. Ieri i due imputati erano difesi dall’avvocato Benedetta Tomassoni, mentre la figlia era parte civile con l’avvocato Paolo Tartuferi. Il giudice ha disposto nei confronti del padre della giovane anche il pagamento di 3.000 euro di provvisionale.
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