Caso Rsa di Recanati. Bravi: «Ospiti trasferiti. Un grande disagio per le famiglie»

Caso Rsa di Recanati. Bravi: «Ospiti trasferiti. Un grande disagio per le famiglie»
Caso Rsa di Recanati. Bravi: «Ospiti trasferiti. Un grande disagio per le famiglie»
di Giulia Sancricca
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Giovedì 29 Settembre 2022, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 15:40

RECANATI Gli ospiti della residenza sanitaria assistita di Recanati saranno trasferiti nelle strutture ospedaliere della zona e, in alcuni casi, dimessi. Lo avevano annunciato i dipendenti della struttura insieme ai familiari, preoccupati per il futuro della Rsa. Ma ora è anche il sindaco Antonio Bravi a intervenire, criticando le modalità con cui viene portata avanti la questione relativa alla residenza.  

Il prossimo 30 settembre infatti scadrà il contratto di gestione della struttura pubblica dell’Asur, attualmente affidata a una cooperativa. E se inizialmente sembrava che l’azienda sanitaria avrebbe garantito il servizio grazie al supporto di alcuni operatori dell’Ircer, ora le carte in tavola sarebbero cambiate. «Apprendiamo, non senza sconcerto, le ultime vicende con le quali si conclude un complesso percorso che vede al centro dell’attenzione la locale Rsa con i suoi ospiti, insieme a famiglie e ai lavoratori impegnati nella sua conduzione - le parole del sindaco Antonio Bravi -. Dopo una lunga trattativa con l’Asur, secondo la quale la gestione della Rsa sarebbe stata supportata dagli Ircer in attesa di un nuovo bando e della conseguente riassegnazione della gestione del servizio, in questi giorni gli ospiti della residenza sono e saranno via via trasferiti nel reparto di lungo degenza del nostro ospedale di comunità, inviati ad altre strutture ospedaliere o perfino dimessi.

Una decisione inaspettata per tutte le parti in causa».

Le critiche del sindaco

Il primo cittadino critica così la scelta che porterebbe «un grave disagio sia per gli utenti, persone per lo più con situazioni di fragilità, sia per i loro familiari, e anche per le eventuali prospettive dei professionisti finora impegnati nell’erogazione dei servizi». Nelle ultime settimane erano stati proprio loro - famiglie e operatori - a sollevare la questione chiedendo interventi per salvaguardare il servizio e anche la loro occupazione. Qualora l’Asur avesse lasciato gli ospiti nella struttura recanatese, durante i 60 giorni del bando per l’affidamento al nuovo gestore, gli operatori non sarebbero comunque stati assorbiti dall’Ircer. 

La fondazione infatti avrebbe dovuto accollarsi gli stipendi arretrati che da maggio scorso non vengono percepiti dai dipendenti della cooperativa e questa soluzione non poteva essere percorribile. «Esprimiamo forte preoccupazione per le modalità con le quali si sta mettendo in campo la soluzione del problema, e solidarietà alle persone che stanno vivendo sostanziali modifiche per via della strada intrapresa. Siamo inoltre preoccupati per quella che al momento si prospetta come la chiusura di un servizio presente nel nostro Comune, che chiediamo con forza sia ripristinato al più presto possibile, componendo una soluzione in grado di salvaguardare il benessere degli utenti, delle famiglie e degli altri attori coinvolti nella complicata vicenda».

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