Recanati, Mariani: «Le code al laboratorio analisi? Dopo la pandemia si è regrediti»

Recanati, Mariani: «Le code al laboratorio analisi? Dopo la pandemia si è regrediti»
Recanati, Mariani: «Le code al laboratorio analisi? Dopo la pandemia si è regrediti»
di Giulia Sancricca
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Sabato 25 Marzo 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 15:17

RECANATI Non una polemica, ma la fotografia dell’organizzazione sanitaria che coinvolge l’ospedale Santa Lucia di Recanati. È quello che vuole fare la consigliera delegata alla Sanità Antonella Mariani per accendere i riflettori su alcune situazioni che riguardano la sanità della città leopardiana e che - a suo avviso - potrebbero essere migliorate. Nel mirino il laboratorio analisi e l’attesa per accedere al servizio dopo che a seguito della fine dell’emergenza sanitaria sono cambiati i modi di ricevere i pazienti.

 

«È stato fatto un passo indietro anziché andare avanti - dice Mariani -. Non è stato saputo cogliere quello che il Covid, nostro malgrado, ci ha insegnato per migliorare alcuni aspetti sanitari». In particolare la consigliera fa riferimento all’organizzazione del laboratorio analisi. «Già prima della pandemia - ricorda - per farsi le analisi i pazienti potevano prenotare oppure presentarsi in ospedale, prendere il numero e mettersi in coda. C’è la possibilità di avere due ambulatori dove, in contemporanea, possono essere svolte le attività su prenotazione e per chi prende il numero. Durante il Covid, per evitare assembramenti, era stata abolita la possibilità di presentarsi sul posto e la struttura sanitaria è andata avanti senza intoppi solo con le prenotazioni. Ora, da quando l’emergenza è finita, anziché ripristinare il metodo pre-Covid, si è pensato bene di annullare la possibilità di prenotare prima le analisi. La prenotazione dava modo a chi aveva impegni o doveva accompagnare gli anziani di organizzarsi. In questo modo invece si entra in ospedale e non si sa quando si potrà uscire». Ma la consigliera fa notare come a questo disagio se ne aggiunga un altro legato alle analisi a domicilio. «Riguarda l’assistenza domiciliare infermieristica (Adi), ottimo servizio ma incapace, per mancanza di personale e di tempo di garantire la copertura del territorio. Non capisco come mai l’ospedale di Recanati non prenda in carico i prelievi che vengono effettuati a domicilio dagli infermieri a persone inferme e che non possono andare in ospedale. A pochi chilometri di distanza, all’ospedale di Loreto, questo servizio viene concesso».

Due Ast diverse, quindi, due modi diversi di svolgere lo stesso servizio. «È una circolare uscita nei mesi scorsi che impedisce questo servizio.

Siamo nella stessa regione, sono Ast vicine, ma ci si comporta in maniera diversa. Questo significa limitare una libertà. Se un familiare ha una persona con handicap a cui è difficile fare il prelievo, capita che si trovi un modo per effettuare l’esame senza lo stress dell’ospedale, per quale motivo il risultato non può essere analizzato all’ospedale di Recanati?». Allora Mariani conclude con una riflessione che riguarda l’intero settore sanitario. «In questi anni ci sono stati tanti avvicendamenti di persone e colori politici: di parole ne ho sentite a valanghe, ma di fatti davvero molto pochi. La sanità si trova in una palude con tanta tanta nebbia».

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