Dopo l’asta a vuoto per Villa Gigli, il Comune ci prova con il ministero: ecco cosa può succedere

Dopo l’asta a vuoto per Villa Gigli, il Comune ci prova con il ministero: ecco cosa può succedere
Dopo l’asta a vuoto per Villa Gigli, il Comune ci prova con il ministero: ecco cosa può succedere
di Veronica Bucci
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 28 Aprile 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 23:26

RECANATI  - Sarà Recanati, il primo Comune dei tre interessati dalla vicenda di Villa Gigli, a portare domani, in consiglio comunale l’approvazione di un documento condiviso, per chiedere al ministero per i Beni culturali di valutare l’esercitazione del diritto di prelazione.

LEGGI ANCHE:

In vendita la villa Gigli, la base d'asta è di 8 milioni di euro

È quanto avevano deciso insieme i sindaci Antonio Bravi di Recanati, Roberto Mozzicafreddo di Porto Recanati e Moreno Pieroni di Loreto dopo che il 24 febbraio scorso, data del primo appuntamento per l’asta della dimora estiva storica del tenore Beniamino Gigli, non erano state presentate offerte.


La vendita partiva da una base d’asta di 8 milioni di euro: cifra che non permetterebbe ai Comuni, nemmeno se ribassata, di impegnarsi per l’acquisizione della villa che si trova sulla collina di Montarice. «Con il documento che presenteremo - dice Bravi - diamo seguito a questo accordo informale con gli altri due Comuni.

Abbiamo stilato insieme il documento che ogni maggioranza porterà nel proprio consiglio comunale con l’intento di farlo approvare e poi inviarlo al Ministero. È lo stesso documento per tutti i Comuni interessati e ha l’obiettivo di dare maggior valore all’indicazione rivolta al Mibact».

La speranza delle tre città legate alla struttura e alla storia del tenore è che la Soprintendenza eserciti il diritto di prelazione. Il complesso di villa Gigli, infatti, con decreto ministeriale del 2003, è stato dichiarato dalla Soprintendenza regionale per i Beni e le attività culturali, di notevole interesse storico-artistico e il Ministero potrà esercitare il diritto di prelazione entro 60 giorni dalla ricezione della denuncia di aggiudicazione. 
Il Mibact dovrebbe, dunque, intervenire dopo l’eventuale offerta e affidamento all’offerente per esercitare il diritto di prelazione. Ai tre Comuni non resta quindi che mettere i tre consigli comunali d’accordo e richiedere l’intervento della Soprintendenza: «Speriamo che in Consiglio ci sia condivisione unanime - dice Bravi - , mi auguro che non ci siano posizione contrarie, ma non ne vedrei il motivo. Dopo l’approvazione invieremo il documento al ministero, così da fare massa comune». 


Intanto, ancora nessuna novità sulla nuova data per il secondo appuntamento riservato all’asta. Qualora il Mibact dovesse accogliere l’appello dei tre Comuni, l’obiettivo degli amministratori è di trasformare il bene in un importante punto culturale e turistico per il territorio. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA