Niente eventi a Villa Buonaccorsi: «Beffa per trenta coppie di sposi». Manca il via libera del ministero, la protesta di chi aveva prenotato

Villa Buonaccorsi
Villa Buonaccorsi
di Giulia Sancricca
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Giovedì 19 Maggio 2022, 09:35

POTENZA PICENA - Manca l’autorizzazione del ministero: Villa Buonaccorsi chiude le porte agli eventi. Una regola che non è nuova per la dimora storica di Potenza Picena che, dopo l’acquisizione da parte del Mibact, aveva visto l’annullamento di alcune manifestazioni organizzate nella struttura. Ora, però, le porte della villa si sono chiuse anche per 30 coppie di sposi con 4.000 invitati al seguito.

Un disguido che nessuno vorrebbe immaginare per il giorno del “sì”, soprattutto se la doccia fredda arriva a pochi giorni dalla cerimonia. Sessanta futuri sposi hanno quindi deciso di accendere i riflettori sulla vicenda, annunciando di agire per vie legali, dopo aver saputo della chiusura della villa - a detta loro - solo la scorsa settimana. A farsi portavoce è Lorenzo Mongardi, futuro sposo della provincia di Ravenna. «Tutti avevamo firmato i contratti per la prenotazione della villa da quasi un anno - dice -. La settimana scorsa abbiamo ricevuto una chiamata dal catering per comunicarci che la dimora era stata chiusa. Ormai - ammette - anche se ci concedessero la struttura a breve, i giardini sono impraticabili perché hanno bisogno di una cura quotidiana che è mancata». 
Le coppie vogliono chiedere il risarcimento dei danni per le conseguenze a cui sono costrette a far fronte. «In alcuni casi - scrivono in una nota - sono sposi che avevano rimandato il loro matrimonio da oltre due anni a causa della pandemia, e ora si ritrovano senza location a disposizione. Improvvisamente è stato apposto un lucchetto ai cancelli della villa - sostengono le coppie di sposi - , senza che nessuno si sia premurato di avvisarci». Secondo gli sposi la questione è emersa solo adesso, tanto che, dopo la prelazione del ministero, avrebbero contattato la vecchia società, «ma siamo stati rassicurati - scrivono - da tutti i soggetti istituzionali e non (gestore, Comune, Regione, curatori fallimentari), che hanno garantito che gli eventi prenotati nel 2022 sarebbero stati confermati». Aspetto, questo, smentito categoricamente sia da parte del sindaco Noemi Tartabini che dalla curatrice fallimentare Chiara Marchetto. «Da parte nostra non ci sono state conferme», le loro parole. 
«Il compendio immobiliare denominato Villa Buonaccorsi - precisa Marchetto - era stato concesso in godimento dalla procedura fallimentare ad una società di catering locale, subito dopo la sentenza di fallimento, nella primavera del 2019.

Con tale contratto la società si era assunta anche l’obbligo di manutenzione del verde e di pagamento di un canone mensile. Stante il protrarsi dell’inadempimento, il fallimento si avvaleva della clausola di risoluzione contrattuale e chiedeva la restituzione della disponibilità del bene». Poi la prelazione del Mibact di cui «la società di catering è stata avvisata con una Pec il 30 novembre scorso. Dunque da quella data era chiaro che nessun evento che non fosse autorizzato dal ministero poteva essere svolto in villa. Tale circostanza - precisa - veniva rappresentata ai soggetti che si interfacciavano con la curatela che, peraltro, non disponeva né dispone di alcuna copia dei contratti stipulati dai promessi sposi con la ditta di catering. Il 9 maggio scorso la curatela è stata costretta ad attivare un servizio di vigilanza costante, diurno e notturno, poiché qualche giorno prima, all’interno della villa è stata riscontrata la presenza di terzi non autorizzati, con la verosimile intenzione di predisporre quanto necessario a festeggiare una cerimonia, in violazione della proprietà demaniale».

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