Insulti, botte e minacce al primario dell'ospedale di Torrette: condannata una coppia

Insulti, botte e minacce al primario dell'ospedale di Torrette: condannata una coppia
Insulti, botte e minacce al primario dell'ospedale di Torrette: condannata una coppia
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Venerdì 5 Marzo 2021, 09:05

POTENZA PICENA - Di fronte al peggioramento del quadro clinico della madre 74enne - stando alle accuse -, aveva aggredito il dottor Aldo Salvi, direttore del Pronto soccorso e della Medicina d’urgenza di Torrette, con percosse, spinte e minacce del tipo «Tu non esci vivo da qui».

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Secondo il quadro dipinto della procura, ci sarebbero stati anche insulti: «Me l’avete ammazzata, questo reparto è l’anticamera della morte».

Il caos era esploso il 2 luglio del 2014. A quasi sette anni di distanza, è arrivata la condanna per l’aggressore, un 54enne di Potenza Picena. All’uomo il giudice Maria Elena Cola ha inflitto una condanna di due anni e due mesi di reclusione. Doveva rispondere di lesioni personali, violenza privata, interruzione di pubblico servizio e oltraggio a pubblico ufficiale. Questi ultimi due reati erano stati contestati anche alla moglie del 54enne, condannata a un anno di reclusione, pena sospesa. Al primario del pronto soccorso, tutelato in udienza dall’avvocato Alessandro Scaloni, andrà una provvisionale di 20mila euro.

Il parapiglia all’ospedale regionale s’era scatenato poco dopo il ricovero della 74enne, il secondo nell’arco di pochi giorni, a causa del peggioramento delle condizioni di salute della paziente. La donna era poi deceduta a causa di una lesione all’apparato gastro - intestinale. Di fronte al quadro clinico in picchiata dell’anziana durante il secondo ricovero, era esplosa la rabbia dei familiari. In primis del figlio. Stando all’impianto accusatorio, aveva preso di petto il dottor Salvi, provocandogli lesioni guaribili in quindici giorni. In concorso con la moglie, ci sarebbero poi stati degli insulti, sempre riferibili al direttore del punto di primo soccorso, a cui gli imputati additavano il peggioramento delle condizioni di salute della 74enne. Gli imputati hanno sempre rigettato le accuse.

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