Si licenzia e apre un negozio a Porto Potenza in barba alla crisi. Elisa: «Ho voluto proseguire l’attività di mio padre»

Si licenzia e apre un negozio a Porto Potenza in barba alla crisi. Elisa: «Ho voluto proseguire l’attività di mio padre»
Si licenzia e apre un negozio a Porto Potenza in barba alla crisi. Elisa: «Ho voluto proseguire l’attività di mio padre»
di Giulia Sancricca
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Venerdì 7 Ottobre 2022, 01:55 - Ultimo aggiornamento: 13:04

POTENZA PICENA - Quando l’amore per le proprie origini si incontra con il destino può scaturirne un coraggio senza limiti. Probabilmente per Elisa Santarelli, 32enne di Porto Potenza, è stato così. In un momento in cui sono sempre di più le saracinesche che si abbassano, lei ha avuto il coraggio di alzarla. Lo ha fatto per trovare la soddisfazione che le mancava nel lavoro, ma anche per continuare a coltivare quel seme gettato negli anni ‘60 da suo nonno.

Un seme custodito da suo padre fino a giugno scorso, quando un malore fatale s’è portato via lo storico venditore ambulante di frutta e verdura conosciuto da tutti come “Campofilò”. 

La figlia Elisa ha così aperto un negozio di frutta e verdura con quello stesso nome e nello stesso posto dove il padre si fermava ogni mercoledì con il suo camioncino. Ma andiamo con ordine. È lei stessa a raccontare la storia della sua famiglia e quel legame così forte che l’ha spinta a licenziarsi dal suo lavoro di impiegata in una azienda per aprire una attività commerciale. Ha fatto il contrario di quello che, oggi, la maggior parte delle persone aspira a fare. «Ad avviare l’attività di ambulante è stato mio nonno che da Campofilone veniva a vendere la frutta a Porto Potenza. Qui ha conosciuto mia nonna, si sono sposati, e quando nel 1963 nacque mio padre decise di rendere regolare quella sua attività iniziata per gioco. Proprio per la sua città di provenienza venne soprannominato da tutti “Campofilò”. Un soprannome che poi si è portato dietro mio padre, erede dell’attività prima insieme ai suoi fratelli più grandi e poi da solo». Giorgio Santarelli, il padre della 32enne, aveva 11 anni quando iniziò questo lavoro. Quasi costretto dopo la morte prematura del padre. Quasi una storia che si ripete. «Il giugno scorso, mio padre è andato al mercato al mattino e il pomeriggio un malore fatale se l’è portato via». 

Così il dolore per la morte del padre, la consapevolezza di quanto fosse apprezzato dai suoi clienti e l’insoddisfazione per il lavoro che svolgeva in una azienda, hanno spinto Elisa a rimboccarsi le maniche e armarsi di tanto coraggio. «Dove lavoravo mi trovavo bene, ma non ero soddisfatta. Quando mio padre è morto mi sono licenziata e ho deciso che avrei portato avanti l’attività. Mentre pensavo a questa ipotesi, valutando l’opzione di aprire un negozio anziché fare l’ambulante come mio padre, ho visto che dietro allo spiazzo dove papà si fermava a Porto Potenza c’era un negozio sfitto. Mi sono subito messa alla ricerca del numero della proprietaria che, dopo aver saputo la mia storia, ha deciso di darmi fiducia. E adesso eccomi qui. A vendere frutta e verdura in un negozio che porta il nome di una grande passione avviata da mio nonno quasi 60 anni fa». Il padre Giorgioinfatti non svolgeva il mercato nei rioni, ma si trovava sempre nello stesso spiazzo. Proprio quello in cui la vita ha permesso alla figlia di trovare dei locali sfitti dove poter avviare la sua attività. 

«Se non lo avessi fatto ora non lo avrei fatto mai più.

Ho preso una decisione che mi dà tanta energia. Poi questo lavoro riesce ancora a tenere vivo mio padre. Tanti cliente me ne parlano ed è un po’ come continuare a stare con lui. Posso averlo ancora con me». E non manca chi le pone la fatidica domanda «ma chi te l’ha fatto fare proprio in questo momento?». «Posso dire di aver sentito due pensieri diversi sulla mia scelta: chi mi ha preso per matta, ma anche chi condivide a pieno questa decisione e mi incoraggia a proseguire».

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