Spese sospette e ammanchi alla Croce Rossa: «Ho segnalato le irregolarità e mi hanno radiato»

Potenza Picena, spese sospette e ammanchi alla Croce Rossa: «Ho segnalato le irregolarità e mi hanno radiato»
Potenza Picena, spese sospette e ammanchi alla Croce Rossa: «Ho segnalato le irregolarità e mi hanno radiato»
di Pierpaolo Pierleoni
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Giovedì 28 Maggio 2020, 11:50

POTENZA PICENA - Prima sospeso, poi radiato dalla Croce Rossa. È la storia dell’ex vicepresidente della sezione Cri di Porto Potenza Picena, Stefano Calamanti. È stato lui per primo a segnalare possibili irregolarità ed ammanchi di denaro dai conti dell’associazione, ma ad oggi è stato il solo a pagare. Una vicenda iniziata nella seconda metà del 2019, quando emergono spese di vario genere e pagamenti non giustificati dalle esigenze della Croce Rossa. Una somma che ammonterebbe complessivamente a quasi 25.000 euro. 

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Dopo le segnalazioni, presentate dallo stesso vicepresidente e dal direttivo al comitato regionale, sono arrivate le dimissioni dell’allora presidente ed in seguito, il commissariamento del comitato Croce Rossa di Porto Potenza Picena, da parte dei vertici marchigiani dell’organizzazione. Calamanti, successivamente, è stato sottoposto a procedimento disciplinare: gli è stato contestato di aver percepito rimborsi spese non dovuti per il carburante, per un periodo di circa un anno e mezzo ed un totale intorno ai 1.200 euro. Dopo essere stato sospeso, è stato radiato dall’associazione. Una decisione ritenuta molto severa che l’ex vicepresidente ha vissuto con profonda amarezza e contro la quale ha presentato ricorso.
 
«Io ho messo tutto il mio impegno per la Croce Rossa – racconta – quando mi è stata chiesta una presenza più assidua, chiesi semplicemente la possibilità di ricevere un rimborso dei costi vivi per la benzina, che mi è stato accordato dall’allora presidente ed è stato regolarmente contabilizzato. Non mi pare di aver commesso alcuna irregolarità, al massimo mi si poteva chiedere di restituire quei rimborsi, somme molto contenute spalmate in 18 mesi. Invece ho pagato solo io, malgrado abbia fatto emergere e prontamente segnalato agli organi situazioni anomale ed ammanchi di denaro ben più gravi». È proprio questo l’aspetto che più addolora Calamanti: essere stato, ad oggi, l’unico a pagare, quando ancora non è stata fatta piena chiarezza sul buco nei conti dell’associazione, di cui lui, afferma, non ha avuto alcuna responsabilità. L’ex vicepresidente, assistito dal suo legale, l’avvocato Gianmarco Sabbioni, nei mesi scorsi ha presentato ricorso agli organi superiori della Croce Rossa per veder annullata la radiazione. La sua istanza avrebbe dovuto essere valutata entro 90 giorni, ma visto il prolungato periodo di lockdown è verosimile che i tempi si allunghino. 

La posizione 
«Credo sia doveroso lottare per difendere i veri valori della vita, a partire da quelli dell’onestà e della trasparenza – conclude Stefano Calamanti –. Impegnarsi nel volontariato significa anche questo. Intendo battermi non solo per difendere la mia dignità e reputazione, ma anche i valori in cui ho sempre creduto».

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