Sputi e controllori minacciati coi cocci di bottiglia: 4 stranieri senza biglietto scatenano l'inferno sull'autobus

Sputi e controllori minacciati coi cocci di bottiglia: 4 stranieri senza biglietto scatenano l'inferno sull'autobus
Sputi e controllori minacciati coi cocci di bottiglia: 4 stranieri senza biglietto scatenano l'inferno sull'autobus
di Giulia Sancricca
3 Minuti di Lettura
Venerdì 28 Gennaio 2022, 09:42

PORTO RECANATI - Sputi e minacce con pietre e bottiglie di vetro nei confronti di chi sta svolgendo il proprio lavoro. È quanto ha dovuto sopportare Graziano Cervelli insieme a tre colleghi, mercoledì mattina, a Porto Recanati. Professione? Controllore. È dipendente della Contram il coordinatore dei controlli messi in atto con la sua squadra, all’altezza del bivio con la strada Regina, a bordo di un autobus in partenza alle 11 da Porto Recanati verso Civitanova. 

La curva dei contagi scende, per due posti letto le Marche non sfondano il limite dei ricoveri in Area Medica. I dati restano da zona gialla
 

Il controllo

Non è il primo caso in cui autisti e controllori si trovano in difficoltà e ogni volta l’indignazione è generale, sia della categoria che dei cittadini. «Siamo saliti a bordo dell’autobus per un controllo di routine - racconta Cervelli - e, come di consuetudine, abbiamo trovato qualche viaggiatore straniero.

Abbiamo chiesto loro il biglietto e, su sei, quattro ne erano sprovvisti. Dopo il Green pass abbiamo chiesto di vedere i documenti, ma si sono rifiutati di mostrarceli. A quel punto la nostra richiesta di scendere dall’autobus, ma non ci hanno ascoltato e hanno iniziato ad alterarsi. Abbiamo minacciato di chiamare le forze dell’ordine e a quel punto è scattata la scintilla». 

La minaccia

«Mentre uno di loro scendeva ci ha sputato contro, poi hanno continuato a insultarci anche mentre stavamo per risalire in macchina - ha continuato Cervelli -. Uno di loro ha preso da terra una bottiglia di vetro, l’ha rotta sbattendola contro il guardrail, poi ci è venuto incontro, minacciandoci di spaccarci la faccia. Ci siamo intimoriti e abbiamo indietreggiato: la situazione stava degenerando. Con una pietra volevano rompere il vetro della nostra auto, ma quando hanno sentito che uno di noi stava chiamando le forze dell’ordine hanno desistito e sono fuggiti». La squadra dei controlli era formata dal coordinatore, altri due controllori e uno steward. «Abbiamo fatto ripartire il pullman celermente per evitare problemi: a bordo c’era anche una mamma con due bambini e, nonostante abbiamo rimarcato agli aggressori la presenza dei piccoli, non ci hanno ascoltato». 

L’auspicio 

Sono situazioni che i controllori si trovano spesso a dover gestire, anche nella difficoltà di chiamare i soccorsi. Per questo l’auspicio è di uno snellimento delle procedure per contattare le forze dell’ordine. «Si perdono minuti preziosi per fornire al centralino le proprie generalità. In quei momenti concitati un minuto in più può essere fondamentale, ma è ancor più pericoloso per noi fornire i nostri dati davanti a persone poco raccomandabili. Nel caso di mercoledì, comunque, al momento non abbiamo sporto denuncia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA