Ucciso da una valanga in Valle d’Aosta: il freerider Pandolfi muore a 47 anni

Ucciso da una valanga in Valle d Aosta: il freerider Pandolfi muore a 47 anni
Ucciso da una valanga in Valle d’Aosta: il freerider Pandolfi muore a 47 anni
di Giulia Sancricca
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Venerdì 19 Marzo 2021, 07:00

PORTO RECANATI -  È morto in montagna, su quelle cime che da anni lo spingevano a superare ogni limite, ma il legame con il mare scorreva comunque nelle sue vene per la città che aveva dato i natali a suo padre. Porto Recanati si stringe attorno al dolore che ha colpito la famiglia Pandolfi per la scomparsa di Luca, travolto a 47 anni da una valanga che mercoledì pomeriggio non gli ha lasciato scampo, in un canalone a Flassin, nel Comune di Saint-Oyen (Valle d’Aosta), a 1.800 metri di quota.  E se le Alpi lo “conoscevano” per la sua esperienza come alpinista e snowboarder, il mare di Porto Recanati lo accoglieva nel periodo estivo durante quelle brevi pause dalle sue imprese in montagna. 


Il freerider Pandolfi aveva nelle Marche la sua seconda casa, quella che suo padre Mario, da giovanissimo, aveva lasciato per trasferirsi in Piemonte ed inseguire il sogno del calcio.

La scomparsa del campione di snowboard nato ad Asti, ma residente a Chamonix in Francia, ha sconvolto l’Italia, e quando in città si è diffusa la notizia del legame con i Pandolfi portorecanatesi il dolore è stato ancora più grande. Anche se il padre, Mario Pandolfi, aveva lasciato Porto Recanati da giovanissimo per trasferirsi a Torino e giocare nelle giovanili della Juventus (successivamente ha militato anche nell’Ancona), il legame con la città marinara e con la sua famiglia di origine rimasta nelle Marche è sempre stato vivo.

Al termine della sua carriera calcistica, infatti, aveva aperto ad Asti una pescheria dove vendeva anche il pesce che gli arrivava da Porto Recanati. Ora l’ex calciatore è in pensione, ma in città custodisce la barca con cui, quando può, continua la piccola pesca, la sua grande passione. I Pandolfi sono conosciuti anche per lo stabilimento balneare “Carlo e Domenico”: Carlo è il fratello di Mario, lo zio della vittima, che porta avanti l’attività insieme a suo figlio Michele.

Attorno al loro dolore si sono strette l’intera cittadina e l’associazione Piccola Pesca della città. Mercoledì scorso il 47enne era in compagnia di un suo amico e stava scendendo lungo il canalone con la sua tavola da splitboard, quella che si divide in due per risalire i pendii come con gli sci e diventa uno snowboard in discesa, quando dalla montagna si è staccata la valanga che lo ha travolto. Pare che il pericolo delle slavine, nella valle del Gran San Bernando, in Valle D’Aosta, fosse aumentato dopo le frequenti nevicate: a nulla è servito l’intervento del Soccorso alpino valdostano che, una volta arrivato sul posto, ha constatato che per Pandolfi non c’era più nulla da fare.


La salma è stata portata al cimitero di Courmayeur, dove ieri mattina è stata sottoposta all’esame del medico legale. I funerali lunedì alle 14.30 nella chiesa Sant’Annunziata di Montaldo Scarampi (Asti).  Saranno i militari del soccorso alpino della Guardia di Finanza di Entrèves a ricostruire quanto accaduto: da una prima ricostruzione pare che il campione, poco dopo aver iniziato la discesa, abbia tagliato una placca a vento che ha ceduto e lo ha travolto. Pandolfi lascia suo padre Mario e la sorella Elisa, la madre era venuta a mancare diversi anni fa.

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