PORTO RECANATI - Sono bastati pochi giorni, ai carabinieri di Porto Recanati, per identificare i due responsabili del parapiglia che si è verificato il 26 gennaio scorso a bordo di un autobus di linea della Contram dove Graziano Cervelli, coordinatore dei controlli sul mezzo, e altri tre colleghi sono stati minacciati da due stranieri senza biglietto.
Grazie alla brillante operazione dei militari dell’Arma, condotta dal luogotenente Giuseppino Carbonari, comandante della stazione carabinieri di Porto Recanati, sono stati denunciati in stato di libertà due cittadini stranieri, già noti alle forze dell’ordine per i loro trascorsi.
«Su sei passeggeri, quattro ne erano sprovvisti - aveva raccontato Cervelli -. Quando abbiamo chiesto loro di vedere i documenti si sono rifiutati di mostrarceli e, al nostro invito a scendere dall’autobus, si sono alterati». Poi sono iniziate le minacce: «Uno di loro ci ha sputato addosso e, mentre stavamo per risalire in macchina, ha preso da terra una bottiglia di vetro, l’ha rotta sbattendola contro il guardrail e ci è venuto incontro con il pezzo di vetro in mano». I controllori, temendo il peggio, hanno chiamato le forze dell’ordine. «Un altro voleva rompere il vetro della nostra auto con una pietra, ma appena ci hanno sentito allertare i militari sono fuggiti». Poco più tardi sono giunti sul posto i carabinieri della locale stazione, ma dei due non vi era più traccia. Così sono iniziate le indagini che, sviluppate sulla base delle molteplici e concordanti testimonianze acquisite, hanno permesso in pochi giorni di rintracciare gli autori del fatto.
La stazione dei carabinieri di Porto Recanati ha messo in campo tutte le proprie forze per dare una risposta immediata e concreta alle esigenze di tutela della sicurezza: l’attività di presidio e il controllo del territorio hanno garantito ancora una volta importanti risultati operativi. «Sono contento dell’impegno profuso dal luogotenente Carbonari per rintracciare i due responsabili - commenta Graziano Cervelli -. Abbiamo sporto denuncia e questo è servito ad avviare le indagini. Speriamo che questi fatti non avvengano più».
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