Ubaldi: «Chapeau a Meloni e Leonardi. So quanto sia dura in politica per le donne»

Ubaldi: «Chapeau a Meloni e Leonardi. So quanto sia dura in politica per le donne»
Ubaldi: «Chapeau a Meloni e Leonardi. So quanto sia dura in politica per le donne»
di Giulia Sancricca
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Venerdì 30 Settembre 2022, 03:30

PORTO RECANATI «Chapeau a Giorgia Meloni perché io so quanto sia difficile la strada di una donna che intende fare politica». La consigliera del centrodestra Rosalba Ubaldi è stata una antesignana delle donne in politica a livello locale. Primo sindaco donna di Porto Recanati. E dopo la vittoria della leader di Fratelli d’Italia non può non ricordare quanta strada abbiano fatto le donne in ambito amministrativo, nonostante il famoso tetto di cristallo non sia ancora stato infranto. «So quante insidie può aver trovato sulla sua strada e chapeau per averle sapute schivare. Una donna finalmente alla guida (probabilmente) del governo. Sarà certamente un nuovo modo di governare».  

La Democrazia Cristiana

Così i ricordi vanno indietro fino alla fine degli anni ‘60, quando Ubaldi, ancora minorenne, si avvicina alla Democrazia Cristiana. In un tempo in cui per le donne, in politica, c’era ancora meno spazio. «Era il ‘68: gli anni in cui all’università la ribalta era riservata al Pc e al Msi. C’era lo scontro tra due pensieri totalmente diversi e quando dicevo di essere della Dc venivo aspramente criticata. Nel partito era difficile farsi spazio: nei primi anni ti facevano spostare le sedie nelle sezioni e dopo molto tempo si arrivava ad affiggere i manifesti. Alle riunioni il diritto di parola era riservato agli uomini». 

Ma nonostante questo la passione per la politica ha avuto la meglio sullo scoraggiamento, tanto che la stessa Ubaldi ammette di aver «sempre sentito nei miei confronti la fiducia di rappresentanti del calibro di Forlani e Foschi. Ho fatto per un periodo la segretaria provinciale delle donne all’interno della Dc. Io che non ho mai sopportato quelle che chiamo “riserve di caccia” dove la donna viene inclusa nella lista solo come quota rosa».

Perché Ubaldi è convinta che la candidatura debba basarsi sulle competenze, a prescindere dal genere. Ma il genere si sa, si portava e si porta dietro tuttora una serie di considerazioni ancora difficili da scardinare. «Era il 1995 quando Dino Leonardi (padre di Elena oggi eletta in Parlamento, ndr) mi chiese di candidarmi a sindaco della città. Devo ammettere che non era nei miei pensieri: avevo un figlio adolescente, mio marito lavorava all’estero e il mio lavoro mi portava via molto tempo. Ci ho provato, ho perso, ma sono entrata in consiglio comunale». 

I commenti
 

È in quel ruolo che non sono mancati i commenti che potevano essere rivolti solo a una donna. «Venivo giudicata non solo per il mio operato, ma soprattutto per come vestivo. “Perché non si occupa della casa e del figlio?” Erano i commenti più frequenti». È per questo che oggi, pensando a colei che potrebbe essere la prima Premier donna, Ubaldi sa «che Giorgia Meloni dovrà portare, oltre al peso delle responsabilità, anche quello dei giudizi, di chi vorrà farla cadere, di chi commenterà la pettinatura e l’outfit. Perché accanto alla soddisfazione per il ruolo che andrà a ricoprire, la critica continuerà ancora oggi a rivolgersi verso la persona piuttosto che sull’operato». Poi non manca il plauso alla concittadina Elena Leonardi, eletta in Parlamento. «La sua esperienza a livello locale le ha permesso di toccare con mano le esigenze di questo territorio. Saperla a Roma significa avere un punto di riferimento per le esigenze della regione. Ha una grossa responsabilità e sono felice che abbia realizzato il suo sogno». Infine una considerazione sul risultato cittadino: «I voti ottenuri in città da Elena Leonardi hanno confermato che se il centrodestra va unito a Porto Recanati non ce n’è per nessuno».

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