PORTO RECANATI - Picchia e insulta la moglie, le butta l’immondizia sul letto in cui dorme e le sabota l’impianto di riscaldamento della camera, alla fine la coniuge, non potendone più va via di casa e chiede la separazione.
È questa una parte delle accuse mosse a un idraulico di 53 anni finito sotto processo con le accuse di maltrattamenti in famiglia e di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. Ieri in aula sono stati sentiti due testimoni che hanno raccontato di ulteriori episodi di violenza e che hanno portato il pubblico ministero Stefano Lanari a modificare il capo d’imputazione originario ampliandolo con nuove accuse.
I fatti contestati sarebbero avvenuti a Porto Recanati tra il 2017 e marzo del 2018. Secondo la procura l’idraulico avrebbe in più occasioni insultato e minacciato di morte la moglie, ma non solo.
All’imputato viene contestata anche la mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice perché non aveva ottemperato all’ordine di allontanarsi dalla casa coniugale. Ieri in aula sono stati sentiti due testimoni che hanno riferito di ulteriori episodi di maltrattamenti che hanno portato il pm a modificare il capo di imputazione.
Il giudice Francesca Preziosi ha poi rinviato l’udienza al prossimo 11 febbraio per sentire altri testimoni, tra cui il padre dell’imputato e un amico. L’idraulico è difeso dagli avvocati Marco Poloni e Alessandro Rovazzani, la donna invece è parte civile con l’avvocato Maria Cristina Tasselli.