Ai Rom il suo camper rubato
​"Tutele? Sì, ma anche per noi"

Giorgio Capitanelli, beffato dalla giustizia
Giorgio Capitanelli, beffato dalla giustizia
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Domenica 23 Marzo 2014, 06:43 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 11:02
PORTO RECANATI - Gli rubano il camper. Riesce a ritrovarlo in un campo rom a Bologna. Ma il mezzo, dopo essere stato sequestrato, non gli viene restituito perch le autorit decidono di continuare a garantire una dimora alla famiglia con prole. La vicenda che ha visto suo malgrado vittima Giorgio Capitanelli, portorecanatese assai conosciuto in città, operaio del Comune, ex calciatore e allenatore delle giovanili del Portorecanati, ha conquistato la ribalta nazionale. Una vicenda che potrebbe assurgere a diventare simbolo di un'Italia in cui le giuste e doverose norme garantiste, se ingessate e irrigidite dietro ai paletti della burocrazia, rischia di creare situazioni paradossali. La vicenda è diventata anche oggetto di decine e decine di messaggi di solidarietà nei confronti di Giorgio e di sua moglie Barbara da parte della comunità italiana di camperisti, nel sito camperonline.it. Fatto sta che la coppia portorecanatese non riesce proprio a digerire quanto accaduto.

“E' davvero una vicenda ridicola. Non è pensabile che in un paese civile possa accadere una cosa simile”.

Ci può raccontare cosa è accaduto?

“Lo scorso 20 novembre ci è stato rubato il camper. Un Iveco modello Icaro. Un acquisto frutto di sacrifici. Ci siamo accorti in una manciata di ore dell’assenza del mezzo. Abbiamo immediatamente denunciato il fatto”.

E poi?

“Una volta sbrigate le pratiche attinenti alla denuncia, abbiamo pensato di divulgare il più possibile la notizia del furto in modo tale da non lasciare niente di intentato e di battere tutte le piste. Abbiamo puntato su Facebook”.

Finché la situazione non si è sbloccata.

“Domenica scorsa ci è arrivata una segnalazione da parte di un camperista che aveva intravisto un mezzo, simile al nostro, in un campo rom di Bologna. Ci siamo fiondati là, abbiamo chiamato le forze dell’ordine, abbiamo verificato e il mezzo era effettivamente il nostro”.

Per dirlo dovreste avere dei riscontri inequivocabili.

“Assolutamente! Lavori interni che abbiamo fatto noi. Tendine fatte da mia moglie. La mia cassetta degli attrezzi ancora lì. E altri dettagli che non lasciano margine a dubbi: a quel punto ci saremmo aspettati di poter tornare a casa con il nostro camper. E invece ci hanno detto di lasciarlo lì”.



Siamo in uno Stato che garantisce alcune tutele. La famiglia che ci vive potrebbe ignorare che il mezzo fosse rubato.

“Certo. E mi stanno bene le tutele. Ma dovrebbero valere per tutti. Mi sembra un paradosso che queste tutele vengano garantite con il camper nostro, acquistato con il lavoro e i sacrifici”.

Dopo le verifiche il mezzo verrà dissequestrato e tornerà a voi?

“Ci spero. Ma purtroppo il rischio di questi, come di altri episodi paradossali della nostra Italia, è che il cittadino perda la fiducia nelle istituzioni”.
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