«Manca un insegnante di sostegno per un piccolo alunno», il sindaco scrive a Conte

Il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci
Il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci
di Veronica Bucci
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Venerdì 18 Settembre 2020, 08:32
PIEVE TORINA - «La scuola, per Pieve Torina, sembra sempre più un percorso ad ostacoli piuttosto che un diritto per una comunità che sta cercando, con le unghie e con i denti, di rimanere aggrappata al territorio». È quanto afferma il sindaco Alessandro Gentilucci, che entra nel merito.

 
«Durante l’emergenza Covid, tra l’altro non ancora finita, ci hanno detto che i piccoli centri sarebbero stati il futuro della società che verrà, necessariamente più sostenibile. Ma se c’è bisogno, prima di questo avvento, di creare il deserto, noi non ci stiamo».
Queste le dure parole di Gentilucci, di fronte al dilatarsi dell’attesa, con le lezioni ormai iniziate da qualche giorno, per l’assegnazione di un insegnante di sostegno per un alunno disabile che frequenta la scuola secondaria di primo grado del paese. «Ci troviamo di fronte ad un nuovo ritardo. Abbiamo subito due pluriclassi per carenza di organico e l’assegnazione di un reggente per la dirigenza scolastica. Ora, addirittura, non è stato ancora individuato il docente di sostegno per un bambino che ne ha assoluto bisogno e che, diversamente, si troverebbe a non poter frequentare la scuola con profitto. Invece che aiutare gli ultimi e cercare soluzioni, ad Ancona e a Roma si preferisce chiudere occhi ed orecchie». Il sindaco annuncia di aver scritto al premier Conte e al dirigente scolastico regionale. «Non solo, per sabato mattina ho convocato d’urgenza il dirigente scolastico Maurizio Cavallaro per formalizzargli il disappunto di un’intera comunità che non può tollerare una disattenzione tale e per chiedergli di trovare una soluzione il più presto possibile».
«Garantire la scuola ad un bambino disabile è una questione di civiltà e di dignità. I problemi della famiglia di questo bambino sono i problemi di tutta una comunità». Gentilucci non esclude anche gesti estremi: «Preferisco immaginare che la cosa si risolva per vie brevi, come si suol dire, ma siamo pronti anche ad atti clamorosi. Confido che le autorità competenti riescano a trovare una soluzione». 
 
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