Pamela, la novità da celle e tabulati telefonici:
«Altri due nigeriani presenti in casa»

Pamela Mastropietro, «altri due nigeriani presenti in casa»: la novità da celle e tabulati telefonici
Pamela Mastropietro, «altri due nigeriani presenti in casa»: la novità da celle e tabulati telefonici
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Mercoledì 13 Marzo 2019, 16:56 - Ultimo aggiornamento: 17:30

I due nigeriani Lucky Awelima e Lucky Desmond potrebbero essere stati presenti nella casa di via Spalato in cui morì Pamela Mastropietrola 18enne romana uccisa e fatta a pezzi: è emerso dai tabulati telefonici di Innocent Oseghale, imputato nel processo per la morte della ragazza avvenuta il 30 gennaio 2017. I tabulati e i contatti telefonici avuti da Oseghale con gli altri due nigeriani inizialmente coinvolti nella vicenda sono infatti stati al centro della deposizione di due consulenti nel corso dell'udienza in corso davanti alla Corte di Assise di Macerata.





Dalle celle telefoniche agganciate e dai tabulati emerge la possibilità che, in alcuni orari, Awelima e Desmond, per i quali la procura ha chiesto l'archiviazione per il delitto, fossero in quella casa: «Dall'analisi fatta il 30 gennaio Lucky Desmond può trovarsi presso la casa di Oseghale tra le 11.47 e le 11.50 e dalle 14.07 alle 14.09» perché in quegli orari il telefono aggancia le celle tipiche dell'abitazione di Oseghale. Ovviamente si tratta solo di una possibilità, hanno spiegato gli esperti, e in altri orari non ci sono elementi per poterlo affermare né escludere. Nel pomeriggio del 30 gennaio, infine, «Awelima Lucky poteva trovarsi nell'abitazione di Oseghale per una permanenza massima di 20-30 minuti».



Dai tabulati del telefono di Oseghale emergono anche le numerose chiamate e gli sms ricevuti dalla compagna, Michela Pettinari, il pomeriggio del 30 gennaio: «Anche dalle verbalizzazioni emerge la convinzione della Pettinari che Oseghale fosse in compagnia di una donna», ha spiegato il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio. «Nulla di nuovo né di clamoroso», ha commentato l'avvocato Simone Matraxia, legale di Innocent Oseghale, in una pausa del processo. Il fatto che il 30 gennaio nel pomeriggio Oseghale fosse in casa «è un fatto notorio, ammesso anche dall'imputato quindi non è altro che un riscontro al suo racconto». 

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