Omicidio a Civitanova, Acquaroli: «Regione Marche chiederà di costituirsi parte civile». Sit-in nigeriano: «Ora, giustizia»

Omicidio a Civitanova, Acquaroli: «Regione Marche chiederà di costituirsi parte civile». Sit-in di nigeriani sul luogo del delitto
Omicidio a Civitanova, Acquaroli: «Regione Marche chiederà di costituirsi parte civile». Sit-in di nigeriani sul luogo del delitto
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Sabato 30 Luglio 2022, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 09:14

CIVITANOVA  - «Ora, giustizia». Questa mattina sit-in di cittadini nigeriani sul luogo dell'omicidio, brutale, avvenuto ieri a Civitanova Marche. Presente Charity, la moglie di Alika Ogorchukwu. La signora, con il figlio di 8 anni, si è gettata più volte a terra, nella disperazione più totale. L'ha abbracciata, davanti a tutti, il sindaco Ciarapica. Il sit-in, da inizialmente tranquillo, si è via via scaldato. Il gruppo ha bloccato la strada e poi si è diretto verso il municipio chiamando il sindaco e chiedendo «giustizia». L'accusa, nei confronti di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, è di omicidio volontario e rapina (perché, come ricostruito, ha sottratto il cellullare alla vittima). «Quanto accaduto è un fatto di una violenza inaudita - sono state le parole del sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica -. Lontano dalla normalità della nostra comunità».

 

Le reazioni politiche

«Siamo veramente addolorati per questa tragedia, Alika era un padre di famiglia». Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, a nome di tutta la comunità settempedana ha espresso così il suo più profondo cordoglio per la scomparsa del 39enne  nato ad Agbor, in Nigeria, il 10 novembre 1983.  Dal primo cittadino la vicinanza a moglie e figlio: “Le istituzioni ci sono e sono vicine alla famiglia».

Diverse e continue anche le reazioni politiche e non. Su Twitter la deputata Laura Boldrini attacca: «Civitanova Marche, un uomo ucciso in strada con brutale violenza, mentre testimoni riprendevano la scena. Ha ragione don Albanesi: razzismo, indifferenza e rabbia trovano sfogo sui più deboli. Il volto peggiore della società, quello delle discriminazioni e della sopraffazione». 

«Grave indifferenza»

«La brutale uccisione di Alika Ogorchukwu per strada a  Civitanova Marche lascia esterrefatti. L'indifferenza è grave e ingiustificabile quanto la violenza» è stato invece il tweet il ministro della Salute e leader di Articolo 1 Roberto Speranza.  «Insieme al dolore e al profondo cordoglio per la famiglia di Alika  - ha scritto su Facebook il governatore Francesco  Acquaroli - è necessario ribadire anche la ferma condanna di un gesto di folle e inaudita violenza, che non ha alcuna giustificazione e che lede tutti i marchigiani. Le Marche sono una terra accogliente e solidale: un fatto come quello di ieri è inaccettabile per la nostra comunità ed è completamente estraneo alla nostra cultura. È necessaria tolleranza zero rispetto alla violenza, in ogni forma, con l'impegno sinergico di tutte le istituzioni. La Regione Marche chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento che si aprirà, per difendere l'identità, i valori e l'immagine dei marchigiani e delle Marche. Siamo da sempre una comunità solidale, inclusiva e vogliamo rimanere tale, con l'impegno di tutti».

«Nessuno ha fermato l'assassino»


Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci su Facebook: «Orribile quello che è successo a Civitanova Marche, ma la cosa più agghiacciante è stata che nessuno ha fermato la furia assassina.

Alika Ogorchukwu è stato ammazzato con la stampella che usava per camminare, davanti agli occhi di decine di passanti immobili. Inaccettabile».

Scintille Meloni-Formigli

«Prima di usare la morte del povero Alika per la tua penosa propaganda, non potevi almeno esprimere solidarietà alla famiglia? Come puoi verificare, io la mia condanna verso questo brutale omicidio l'ho espressa e subito. Sciacallo». Dura replica sulla sua pagina Fb di Giorgia Meloni, a un post di Corrado Formigli, sulla tragica morte di Alika. Queste le parole sui social del conduttore di Piazza Pulita: «Nigeriano invalido massacrato a bastonate da un italiano a  Civitanova Marche. Attendiamo post indignati di Salvini e Meloni»

Tensione durante il sit-in a Civitanova 

L'Arcidiocesi di Fermo

«La nostra Chiesa locale e le parrocchie di Civitanova - scrive l'Arcidiocesi in una nota -  di fronte all'uccisione di Alika scelgono l'atteggiamento del silenzio per lasciarci ferire il cuore e sconvolgere dell'accaduto. Preghiamo per la vittima e siamo vicini a tutti coloro che sono nel dolore e nell'angoscia per quanto successo. A partire dell'Eucaristia che celebreremo domenica, nella quale in luogo dell'omelia ci saranno alcuni minuti di silenzio, vogliamo ribadire e rafforzare il nostro impegno per la pace e perché l'aggressività non si sostituisca alla giustizia e non metta più in pericolo altre vite. Nessuna forma di violenza può avere cittadinanza nella vita secondo lo stile del Regno di Dio. Preghiamo anche per l'aggressore e i suoi familiari».

Ruggeri, M5S: «La comunità sta perdendo anticorpi etici e valoriali»

Marta Ruggeri, capogruppo in consiglio regionale dei 5 Stelle: «L’omicidio a Civitanova suscita uno sgomento doppio. È prima di tutto lo sgomento causato dall’atto in sé, dalla sua spietata efferatezza, in pieno giorno e lungo una strada frequentata. C’è poi un ulteriore aspetto di profondo sconforto: la nostra comunità sta perdendo gli anticorpi etici e valoriali che permettono di reagire alla violenza, di provare a fermare chi la sta esercitando e di aiutare invece chi ne è in balia. Aiutare il prossimo è aiutare se stessi. Non si può restare inerti di fronte alla violenza, non è concepibile limitarsi a filmare oppure a guardare la tragedia mentre si compie sotto gli occhi. Giusto chiamare le forze dell’ordine, ma ciò non esclude che ci si possa mettere anche del proprio. È una considerazione che riguarda tutti, non un numero ristretto di persone o una singola comunità locale, e nessuno dovrebbe ritenerla estranea a sé. Maggiore sicurezza? Sì, senza dubbio, ma tutto dipende da come la si interpreti, cosa che fa una grande differenza. L’impressione è che sia necessario ricominciare dalle basi, ricostruendo regole e modalità della convivenza civile in una società in fase di profondi cambiamenti e in una congiuntura difficilissima. L’esatto contrario delle derive securitarie e degli slogan semplicistici».

Il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi.

«A nome di tutto il gruppo regionale del Pd intendo esprimere sgomento e totale vicinanza alla famiglia di Alika Ogorchukwu, oltre all’auspicio che gli inquirenti facciano piena luce su quanto accaduto ieri. È una tragedia che colpisce non solo Civitanova Marche, ma tutta la regione, e che dimostra come purtroppo i nostri territori non siano oggi più immuni da episodi di brutale violenza che minano la cultura pacifica e solidale della maggioranza dei marchigiani» sono le parole del capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi. 

Mangialardi poi replica al commissario della Lega Augusto Marchetti, il quale, commentando l’omicidio di Civitanova, aveva sostenuto che mentre il Pd «si affanna a combattere un nemico inesistente come il fascismo, la Lega vuole lavorare con serietà e concretezza per garantire sicurezza».
 
«Difficile - afferma Mangialardi - non provare disgusto nel leggere le parole di Marchetti, che da buon allievo di Salvini, non ha perso neanche un secondo per rilasciare dichiarazioni che fanno rabbrividire, attaccando senza alcuna logica il Partito Democratico e non spendendo, chissà come mai, neanche una parola di solidarietà per la vittima e per i suoi cari. Evidentemente nella foga di azzannare la sua preda, lo sciacallo non perde tempo con i sentimenti che qualificano l’essere umano».

Fiano, presidenza Gruppo Pd alla Camera

«C'è qualcosa di ugualmente tragico rispetto al terribile omicidio per strada ieri a  Civitanova Marche, ed è l'indifferenza e la curiosità diventata cinismo, di chi ha guardato quell'omicidio in diretta, filmandolo senza intervenire». Così il deputato dem Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera.  «Noi dobbiamo chiederci contemporaneamente come sia possibile che un essere umano venga ucciso a colpi di stampella per la sola colpa di aver detto una parola - aggiunge - e anche come sia possibile che di fronte a te venga ammazzato un essere umano a bastonate e tu non intervenga. In entrambi i casi siamo al grado zero della civiltà umana».

Tajani: «Sono addolorato. evento estraneo alla natura di Civitanova»

«Sono addolorato per quanto accaduto a  Civitanova Marche. Il mio cordoglio alla famiglia di Alika Ogorchukwu, 39enne nigeriano ucciso in strada con la stessa stampella che usava per sorreggersi. Vicinanza al sindaco Ciarapica e a tutta la città scossa per questo episodio». Lo scrive su Twitter il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani.  «Evento estraneo alla natura di  Civitanova Marche, da sempre una città aperta, pacifica ed accogliente. Il Comune - aggiunge - valuti di costituirsi parte civile nel processo contro il mostro, un 32enne italiano, che ha commesso questo folle omicidio».

Leonardi: «Regione parte civile, scelta giusta»

Elena Leonardi, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Marche: «Fatti come quelli di Civitanova sono semplicemente inammissibili, una crudeltà inaudita consumata in pieno giorno in pieno centro della Città. Un evento drammatico che va fermamente condannato e ci spinge a riflettere sul valore della vita, che dovrebbe essere sacra e inviolabile. Riteniamo giusta e doverosa la scelta del Presidente delle Marche Francesco Acquaroli di far costituire a parte civile la Regione, impegnandoci sin da ora affinché l'episodio drammatico di ieri non connoti Civitanova e la nostra Regione e soprattutto non si ripeta mai più. Come comunità umana prima ancora che politica, ci stringiamo al dolore della famiglia della vittima.

Salvini, Lega: «Spero che la pena sia la massima possibile. Non vado a Civitanova»

«È folle morire così. Spero che la pena sia la massima possibile. Il problema è che ci sono episodi di violenza e criminalità in pieno giorno in tutta Italia. Non è possibile, ma succede perchè manca la certezza della pena» ha commentato il leader della Lega, Matteo Salvini.  «Non vado a Civitanova perchè se vado sbaglio». 

Virolo, Sinistra Italiana: «Nuovo fatto di cronaca per le Marche»

«Le Marche tornano al centro dell'informazione per un nuovo fatto cronaca nera. Dopo Fermo e Macerata, è il turno di  Civitanova Marche, dove Alika Ogorchukwu è stato picchiato a morte per aver fatto - pare - degli apprezzamenti ad una ragazza. Alika non era semplicemente 'uno stranierò. Spersonalizzare allontana l'empatia necessaria a capire fino in fondo la gravità di quello che è successo oggi». Lo afferma Michele Verolo per il coordinamento provinciale delle Marche di Sinistra Italiana.  «Alika era una persona strappata all'affetto dei suoi cari da una (in)cultura che produce un pensiero gerarchico che mette il colore della pelle, il genere, la disabilità su un piano subalterno rispetto ai canoni della presunta normalità e da un patriarcato che mostra il suo lato peggiore: il maschio alfa interviene a 'difenderè la 'suà donna, come se le donne non sapessero difendersi da sole e come se esistessero parole che legittimino fatti di una violenza inaudita - conclude - Ci stringiamo attorno ai suoi cari ed alla comunità nigeriana e ci chiediamo: di quale sicurezza parliamo quando una persona - disabile e di colore - perde la vita nelle circostanze accadute oggi ad Alika?».

Migliore, IV: «Osceno, criminale, efferato, disumano»

«Osceno, criminale, efferato, disumano». Sono le parole che ho letto dopo il massacro di Alika Ogorchukwu a 
Civitanova Marche. Sono parole insufficienti a dire il dolore di quell'uomo, della sua famiglia. Questi assassini e chi filmava sono protetti dai demagoghi dell'invasione?». Lo scrive su Twitter il deputato di Italia viva Gennaro Migliore.

Don Mario Colabianchi, parroco di Civitanova: «Si poteva e si doveva intervenire»

Nelle messe di domenica solo silenzio al posto delle omelie. «Tanta indifferenza preoccupa: si poteva e si doveva intervenire». Don Mario Colabianchi, parroco delle parrocchie di Cristo Re e San Pietro a  Civitanova Marche dove è avvenuto il brutale omicidio di Alika Ogorcgukwu, nigeriano, ripreso dai telefonini, in una intervista all'Adnkronos invita a porsi seri interrogativi su quanto avvenuto ieri, in pieno sole, davanti a tante persone che riprendevano l'aggressione senza intervenire. «Sono molto preoccupato, siamo di fronte alla totale indifferenza - dice il sacerdote che conosceva bene il nigeriano ucciso -. Soprattutto, è indecente l'uso dei cellulari per riprendere una brutalità del genere quando invece si poteva, si doveva intervenire per provare a fermare la persona».  La parrocchia di don Mario è vicino al luogo dove è avvenuto l'omicidio. Il sacerdote aveva accompagnato ai campi estivi i ragazzi della parrocchia. Poi ha saputo dell'uccisione del migrante. Osserva: «Conoscevo Alika. Un uomo mite. Si arrangiava vendendo piccole cose. Veniva a trovarmi in chiesa, una volta alla settimana. Io lo aiutavo dandogli qualche spicciolo, qualche aiuto alimentare, latte per il bambino. Tra noi si era stabilito anche un rapporto, cercavo di capire come sbarcasse il lunario. Lo ascoltavo ».  Il parroco di 
Civitanova Marche riflette sulle cause di tanta indifferenza: «C'è la paura di rischiare, il non volersi lasciare coinvolgere e secondo me è proprio questo il sintomo della pandemia della violenza che diventa verbale, fisica, tutto questo crea un sistema che raffredda e impaurisce le persone, le chiude ad ostrica». Da qui il suo appello «a tutti i livelli, alle istituzioni, alle famiglie. Non possiamo rimanere inerti a guardare, bisogna prendere le distanze da questo uso micidiale dei social. Ora la giustizia faccia il suo corso ma no alle vendette o non si fermerà mai la spirale di violenza».  

Morani, Pd: «Non voltare la testa, dopo Traini c'è Alika»

«Alika Ogorchukwu è stato brutalmente assassinato su un marciapiede di  Civitanova Marche. La sua 'colpà? Avere tentato di vendere dei fazzoletti. Nessuno lo ha aiutato. Nessuno». Lo scrive su Facebook Alessia Morani, deputata del Pd.  «A vedere quelle immagini si rimane sgomenti. Senza parole. Succede ancora nella mia regione, le Marche. Succede ancora nella stessa provincia, Macerata, quella di Luca Traini. Succede ancora e non possiamo girare la testa dall'altra parte, come se fosse un caso di cronaca. Non lo è, ed è ora che cominciamo a guardare in faccia il problema: Alika era un uomo di colore, come le vittime di Traini. Tutti vittime del razzismo, dell'odio e dell'intolleranza», conclude. 

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