Donazioni ai terremotati nel mirino. Il senatore Pazzaglini finisce sotto processo

Il senatore Giuliano Pazzaglini
Il senatore Giuliano Pazzaglini
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Giovedì 18 Giugno 2020, 04:15
VISSO - Abuso d’ufficio, truffa e peculato sulle donazioni per aiutare i terremotati. A processo l’ex sindaco di Visso e senatore Giuliano Pazzaglini e l’ex presidente della locale Croce Rossa, Giovanni Casoni. Lo ha deciso ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Domenico Potetti che ha rinviato a giudizio entrambi gli imputati, il processo a loro carico si aprirà il 25 gennaio del prossimo anno. I legali Giancarlo Giulianelli e Giuseppe Villa (per Pazzaglini) e Maurizio Ballarini (per Casoni) avevano chiesto il non luogo a procedere. Finirà dunque in dibattimento la complessa vicenda giudiziaria a carico del parlamentare della Lega e dell’ex presidente della croce rossa. Le accuse contestate a vario titolo, vanno dall’abuso d’ufficio, al peculato fino alla truffa, queste ultime due sono contestate solo a Pazzaglini mentre l’abuso d’ufficio a entrambi in concorso. 
L’indagine era partita da un accertamento eseguito dalla Guardia di finanza di Camerino su come il Comune aveva speso i soldi delle donazioni ricevute da più enti per i vissani terremotati. A coordinare l’inchiesta è stato il procuratore capo Giovanni Giorgio che in un complesso capo d’imputazione ha poi cristallizzato le accuse. Gli illeciti sarebbero avvenuti in un arco temporale di un anno in un periodo compreso tra maggio del 2017 e maggio del 2018. Per quanto riguarda le accuse di abuso d’ufficio (si tratta di sette episodi), per la procura Pazzaglini (all’epoca) in qualità di sindaco di Visso, e in posizione di conflitto d’interessi, agli enti interessati a fare donazioni per i terremotati vittime del sisma (si tratta di una cooperativa, una parrocchia, una polisportiva e associazioni della provincia, delle Marche, ma anche da altre zone d’Italia) avrebbe sconsigliato di versare i soldi direttamente al Comune perché, a suo dire, ci sarebbero state difficoltà operative a inserire le somme nel bilancio comunale e avrebbe suggerito di versare le donazioni ora alla Sibil Iniziative srl, società gestita dall’amico Casoni in via esclusiva dal 29 dicembre 2017, ora alla Sibyl Project srl costituita a maggio di quell’anno e di cui Pazzaglini e Casoni erano co-amministratori. Per quanto riguarda l’accusa di truffa viene individuata in uno degli episodi di abuso d’ufficio per l’ex senatore, mentre il reato di peculato è riferito all’episodio dell’8 giugno del 2017 quando Pazzaglini avrebbe ricevuto 10.300 euro raccolti nel corso del motoraduno di solidarietà “In moto per ricostruire”.
Sia Pazzaglini che Casoni hanno sempre rigettato gli addebiti, sostenendo che tutti i soldi ricevuti per i terremotati erano stati utilizzati per le finalità previste e indicate dai donatori e che non erano transitati per le casse comunali solo per bypassare i vincoli imposti dalla burocrazia e velocizzare in questo modo gli interventi. Ieri lo stesso Pazzaglini con un video e un lunghissimo post su Facebook ha rivendicato la propria estraneità alle accuse e la bontà del proprio operato. Sul rinvio a giudizio ieri è intervenuto anche il commissario della Lega Marche, Riccardo Marchetti, che ha commentato: «Rispetto per la magistratura, ma totale fiducia nel nostro senatore».
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