Corsi, primario di Rianimazione: «Ora in reparto va meglio. Nella Fase 2 la gente deve essere più responsabile»

Il primario Daniela Corsi
Il primario Daniela Corsi
di Alessandra Bastarè
3 Minuti di Lettura
Venerdì 8 Maggio 2020, 05:15
CIVITANOVA - «Per parlare in termini rianimatori, adesso nel nostro reparto iniziamo finalmente a respirare bene e proprio per questo la struttura del Covid-Hospital alla fiera di Civitanova è importante. Molte persone, in questi primi giorni di Fase 2, sembrano aver visto un film senza capirne la trama: l’invito è quello di avere la massima responsabilità». A parlare è Daniela Corsi, primario del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Civitanova. La dottoressa Corsi, il virus, l’ha vissuto sulla sua pelle. 

LEGGI ANCHE: Mascherine a 50 centesimi, intesa tra Arcuri e Federfarma: i farmacisti le pagheranno 38-40 cents

«Ora sto bene e ho anche gli anticorpi – racconta -. Nel mio caso il virus non ha colpito l’apparato respiratorio ma vivere questa malattia da medico è difficile; più volte mi sono sentita appesa a un filo e oltre alla sofferenza fisica c’era soprattutto quella psicologica nel sapere che i colleghi erano lì a combattere e avevano bisogno di supporto. La prima settimana non sono riuscita a fare nulla, nemmeno da casa, mentre già nella seconda ho cercato di dare una mano, telefonicamente, anche solo per qualche consiglio. I miei colleghi sono stati bravissimi anche senza di me e si sono fatti carico di una situazione pesante con la massima professionalità». 

LEGGI ANCHE: Fase 2, oltre un milione di italiani colpiti dalla Sindrome della capanna dopo il lockdown: ecco di cosa si tratta

 
Poi finalmente la guarigione. «Ora sto bene anche in reparto, parlando sempre in termini respiratori, possiamo dire che abbiamo preso una bella boccata di ossigeno e torniamo a respirare – ha sottolineato il primario -. Inizialmente i posti letto di terapia intensiva erano cinque poi siamo passati a 8 e infine, con la semi intensiva, a 14; al momento solo 2 sono occupati». E proprio in un’ottica di ripartenza ma con la volontà di mantenere alta la guardia la dottoressa appoggia, in toto, il progetto del Covid-Center. «Oltre all’utilità relativa all’emergenza sanitaria la struttura permetterà di ripristinare i normali ospedali e, in vista di una recrudescenza, permetterà di affrontare il virus con un apporto notevole di risorse».
«Soprattutto non dimentichiamo che il Covid-19 ha causato molti morti; vedere persone che non respiravano o che non rispondevano alle cure è stato uno strazio e questo nessuno deve dimenticarlo – racconta il primario -. Purtroppo la Fase 2 e la calda stagione, per molti, sembrano essere sinonimo di libertà assoluta ma non è così: dobbiamo indossare la mascherine, rispettare le distanze ed evitare assembramenti per combattere il virus. Purtroppo, anche quando sui social cercavo di far capire l’importanza del rimanere a casa, molte persone hanno ironizzato sulle mie raccomandazione e questa è la cosa che mi amareggia e mi rattrista di più perché qualcuno ha visto un film in questi mesi ma non ne ha capito la trama. Se mai dovesse esserci una seconda ondata non dimentichiamo che tutti gli ospedali che sono stati “riconvertiti” rischiano di rimanere Covid e non scordiamo chi, a causa dell’emergenza, ha dovuto rimandare interventi o altro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA