I resti del soldato Pio Castignani sono tornati a casa dopo 79 anni. La storia del militare ripercorsa dall’Associazione combattenti e reduci

La cerimonia
La cerimonia
di Emanuele Pagnanini
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Lunedì 8 Novembre 2021, 08:00

MONTECOSARO - Una giornata in cui è stata celebrata la memoria, con il giusto riconoscimento a chi ha sacrificato la propria vita per la libertà. Montecosaro ha riabbracciato uno dei propri figli caduti in guerra e ha reso omaggio all’esercito polacco che diede un decisivo contributo alla Liberazione in queste terre. Per questo si può dire che per la cittadina domenica 7 novembre è stata una data importante, proprio nei giorni in cui si celebra l’Unità Nazionale, la giornata delle Forze Armate e la fine della Prima Guerra Mondiale. Celebrazioni che sono iniziate alle 8.30 e hanno interessato luoghi importanti del territorio comunale. 

 
L’occasione è costituita dal ritorno a Montecosaro dei resti di Pio Castignani, soldato caduto 79 anni fa. Da allora la famiglia attendeva di dargli almeno una degna sepoltura accanto ai suoi cari. A ripercorrere la storia del militare montecosarese, l’Associazione combattenti e reduci, protagonista nel riportare la salma. Come avvenne otto anni fa quando vennero riconosciute le salme di sette soldati italiani sepolti nei cimiteri monumentali tedeschi, tra cui quella di un compaesano. Pio Castignani, invece, riposava in Sicilia, lontano dai suoi discendenti. Nato nel 1907, figlio di Annunziata Mandolesi e di Pio, padre che il soldato non conobbe mai essendo deceduto prima della sua nascita e di cui porta il nome. Svolse il servizio militare a 20 anni poi tornò nella sua Montecosaro e sposò Ida Scoppa da cui ebbe i figli Pia Maria, così chiamata in onore del padre che non ha potuto conoscere, e Carlo. Quando aveva 35 anni, nel 1942, fu richiamato alle Armi. E lui preferì ubbidire invece di scappare, lasciando la moglie e i figli piccoli. Nel 1943 fu trasferito a Sciacca, in Sicilia, a guardia di un piccolo aeroporto. Fu colpito a morte durante un’incursione aerea il 21 maggio del 1943 insieme ad altri 32 militari italiani, 7 tedeschi e 8 civili. Nel 1958, furono riesumate le salme di 38 militari italiani dal cimitero di Sciacca e trasferite nel sacrario di Enna. Ma senza avvertire i familiari. Da ieri, Pio potrà riposare in pace nella sua terra natia. Ad aspettarlo, nella chiesa di Sant’Agostino il figlio Carlo, i nipoti e gli altri familiari. Ma anche le autorità cittadine in una celebrazione che aveva visto anche apporre corone d’alloro davanti ai monumenti per i caduti di Borgo Stazione e piazza Trieste. Dopo la funzione religiosa in onore di Pio Castignani, il corteo si è spostato in piazza Trieste dove alla presenza del sindaco Reano Malaisi, dell’assessore Filippo D’Alterio, del consigliere comunale Roberto Martinelli, del presidente provinciale dell’Associazione nazionale combattenti e reduci, Albino Mataloni e del presidente del Centro Studi Montecosaresi, Fabrizio Quattrini e del vice presidente Marco Iommi, è stata scoperta una targa in ricordo della liberazione di Montecosaro grazie all’intervento del secondo corpo d’armata Polacco. Presente anche una rappresentante del Consolato della Polonia. 
«Una bellissima cerimonia – ha detto il sindaco Malaisi –, impreziosita dalla presenza del Picchetto d’onore dell’Esercito.

Ringrazio l’Associazione combattenti e reduci che ha permesso di riportare a casa Pio Castignani e si poter seppellire le sue spoglie nella tomba di famiglia. Poi è stata scoperta una targa in ricordo del giorno in cui Montecosaro fu liberata dal giogo nazifascista, il 29 giugno del 1944. Fondamentale il contributo del Centro Studi Montecosaresi che ringrazio di cuore. Possiamo così esprimere ancora tutta la nostra gratitudine all’esercito polacco. Mantenere la memoria di eventi che appaiono lontani ma che sono invece molto vicini è importantissimo. Montecosaro ha vissuto momenti di grande impatto emotivo in questa giornata».

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