La protesta degli store: «Perché noi chiusi e altri aperti? Senza weekend sarà molto dura»

La protesta degli store: «Perché noi chiusi e altri aperti? Senza weekend sarà molto dura»
La protesta degli store: «Perché noi chiusi e altri aperti? Senza weekend sarà molto dura»
di Marco Pagliariccio
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Domenica 13 Dicembre 2020, 03:25

MONTECASSIANO - Il parcheggio semideserto, qualche temerario che fa capolino tra le serrande abbassate, la pattuglia della Guardia di Finanza che sorveglia il tutto. Uno scenario desolante quello che ci si trovava di fronte ieri mattina alla zona commerciale di Piane di Potenza, dove, in virtù del dpcm che impone la chiusura di centri e parchi commerciali nei giorni festivi e prefestivi, tutte le attività hanno dovuto tenere abbassate le saracinesche.

 
Titolari e dipendenti di molti degli oltre 20 negozi dell’area si sono ritrovati nel parcheggio per un sit-in di protesta contro l’interpretazione del decreto che assimila l’agglomerato a un parco commerciale, definizione inesistente nell’ordinamento legislativo commerciale. Uno di fianco all’altro, i rivoltosi hanno disegnato ognuno una lettera per formare la scritta “Aperto”, un ossimoro amaro davanti alla sfilza di porte chiuse e serrande lucchettate. «Ci siamo appellati alla Regione per far sì che almeno per il prossimo fine settimana, l’ultimo prima di Natale, le cose possano tornare alla normalità – sottolinea Paolo Pagnanelli Fusari, portavoce dei commercianti e titolare del Gilda Store – sappiamo che le proteste sono state tantissime anche nelle altre province. Non forzeremo l’apertura domenica, prendere delle multe o altre sanzioni finirebbe solo per peggiorare ulteriormente le cose».

La rabbia è palpabile tra esercenti e dipendenti, ma anche la paura per le ripercussioni economiche di tali chiusure. «Ho trovato lavoro da pochi mesi qui e la paura di perderlo subito c’è – sottolinea Irene Montefusco, commessa al negozio di abbigliamento Carisma – questo provvedimento non è giusto, non ci sono rischi di contagio in strutture come le nostre». 


«Gli ingressi sono contingentati, i prodotti disinfettati, la sicurezza è totale qui, altro che in centro a Macerata o a Civitanova – tuona Liliana Coteata, titolare di Mon Amour Lilly abbigliamento per bambini – noi siamo lontani dalle città più grandi per cui qui il grosso degli affari si fa nel weekend.

Chiudendoci ci stroncano». «Strutture grandi come Globo, Ikea o Megauno aperte e io che ho un negozio di 80 metri quadrati chiuso, non ha senso», rilancia Cinzia Tomassoni di Celeste Fashion. Ma il problema è pure per quei pochissimi che possono aprire. Non tanto il supermercato Crai, quanto il bar Giaconi, l’unico dell’area. «Nel weekend c’è pochissima clientela quindi indirettamente è un danno anche per noi – precisa la titolare Barbara Baldo – abbiamo un minimo di clientela consolidata, ma manca tutta quella di passaggio. Molti passano, chiedono come mai sia tutto chiuso e se ne vanno».

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