Omicidio di Montecassiano, il nipote di Rosina: «L'hanno uccisa mia madre e mio nonno»

La testimonianza di Enea Simonetti

Omicidio di Montecassiano, il nipote di Rosina: «L'hanno uccisa mia madre e mio nonno»
Omicidio di Montecassiano, il nipote di Rosina: «L'hanno uccisa mia madre e mio nonno»
di Benedetta Lombo
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Venerdì 16 Settembre 2022, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 09:32

MONTECASSIANO - Omicidio di Rosina Carsetti, in tre ore di interrogatorio e diverse contraddizioni il nipote Enea Simonetti accusa il nonno di aver ucciso la nonna. Poi mezz’ora di pausa, il 21enne si confronta con i propri legali, il processo riprende, inizia il controesame e ci ripensa: «Sono stati tutti e due, mia madre e mio nonno».

«Lei ha fornito differenti versioni perché voleva coprire sua madre e suo nonno?», gli chiede il legale Valentina Romagnoli dopo una decina di minuti in cui il giovane racconta come sarebbe stata uccisa la nonna e lui risponde affermativamente. Il colpo di scena è arrivato ieri verso le 14.30, una resipiscenza, quella di Enea, che ha lasciato tutti spiazzati.
Il 21enne è stato l’unico a volersi sottoporre ad esame (la mamma Arianna Orazi e il nonno Enrico Orazi si sono invece riservati di rilasciare dichiarazioni spontanee nel corso del processo) e per tre ore ha risposto alle domande del pm Vincenzo Carusi che lo ha incalzato facendo emergere contraddizioni, dichiarazioni lacunose e spiegazioni poco chiare.

Enea ha infatti riferito che i rapporti con la nonna Rosina erano stati normali fino all’estate del 2020 (l’omicidio risale al 24 dicembre di quell’anno), ma sul suo cellulare c’erano registrazioni di litigi con l’anziana già da febbraio, ovvero poco dopo il trasferimento suo e della mamma a casa dei nonni.

Le auto

Sulle auto tolte alla 78enne il nipote ha detto che nel 2016 la nonna aveva una Clio «poi le abbiamo comprato una Fiesta, ma degli amici ci avevano detto che vedevano in giro nonna che andava troppo forte e faceva qualche incidente così abbiamo venduto la Fiesta e preso una Panda». Proprio sugli incidenti Enea è inciampato più volte annoverando tra questi un’uscita da un parcheggio in cui Rosina avrebbe toccato un’auto in sosta, un tamponamento che però l’anziana aveva subito e l’ultimo mentre con la Panda tornava dal ristorante: «Aveva bevuto un pochetto, ha invaso la corsia opposta e ha fatto un semi-frontale a Vallecascia. Quando è tornata a casa si vedeva che aveva bevuto del vino, era alterata, rossa in faccia». Alla domanda del presidente della Corte d’Assise Andrea Belli sull’ammontare del danno, Enea ha spiegato «cento euro di danno all’altra macchina e cento euro alla Panda».

Il giorno del delitto


Sono stati tanti i punti toccati prima di arrivare al giorno del delitto: Enea ha raccontato che una volta tornato a casa (era stato un’ora e mezza fermo in auto nel parcheggio del supermercato) aveva trovato mamma e nonno legati, il nonno gli parlò di “un incidente” e con la mamma decisero di simulare la rapina. Il pm: «Scusi ma lei vede sua nonna morta e non chiede chi è stato? Come è morta?», «No, ho capito che era successo qualcosa tra loro». Poi a gennaio la madre gli avrebbe detto che era stato il nonno. Dopo tre ore il colpo di scena, Enea risponde alle domande dell’avvocato e accusa mamma e nonno: «Mamma mi ha raccontato che sono andati sopra, hanno preso una coperta e gliel’hanno messa addosso, mio nonno l’ha afferrata col braccio e mamma era davanti e l’ha presa con un braccio. Poi si sono accordati tra di loro per simulare la rapina. La coperta era beige e mamma l’ha messa nella cuccia del cane e poi l’ha buttata via. Mamma mi suggestionava, mi faceva pressione e nei giorni successivi mi ha detto che le colpe sarebbero ricadute su di me se non avessi sostenuto la versione della rapina. Il 24 dicembre prima di uscire di casa mia madre mi ha detto “passa un po' di tempo fuori casa”». La causa dell’omicidio? «Era successo così per l’ennesimo litigio. Mi hanno detto che è stata una cosa così improvvisa, per le sigarette, perché nonna fumava dentro casa, mamma aveva l’asma e non respirava».

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