Montecassiano, investe la ex e la prende
a martellate: confermati i 14 anni

Montecassiano, investe la ex e la prende a martellate: confermati i 14 anni
di Federica Serfilippi
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Martedì 21 Maggio 2019, 10:48
MONTECASSIANO-  Le aveva teso un’imboscata fuori dalla discoteca Liolà di Montecassiano. Prima, l’aveva investita con l’auto, scaraventandola violentemente a terra. Poi, quando l’ex moglie era esanime sull’asfalto, aveva inferito colpendola ripetutamente con un martello all’altezza del volto. L’aggressione choc si era consumata la notte tra il 27 e il 28 ottobre 2017, nel parcheggio del locale da ballo. A perpetrarla, il 57enne muratore albanese Besnik Habibaj, in quel momento in fase di separazione dalla donna. Lo straniero era subito finito in arresto per mano della polizia e condotto in carcere.

Nel novembre 2018, con il rito abbreviato, è stato condannato a scontare 14 anni di reclusione per l’accusa di tentato omicidio aggravato. Ieri mattina, la Corte d’Appello di Ancona ha confermato la sentenza di primo grado che era stata emessa dal tribunale di Macerata.
  
Invariati anche i risarcimenti decisi dal gup Giovanni Manzoni. Habibaj, attualmente recluso nel carcere di Marino del Tronto (Ascoli Piceno), dovrà versare alla moglie una provvisionale di 250 mila euro. Centomila euro, in totale, ai figli della coppia, costituiti parte civile come la vittima. La donna, 44 anni, era presente in aula alla lettura della sentenza. Dopo la brutale aggressione, era stata portata all’ospedale di Macerata e, in un secondo momento, al nosocomio regionale di Torrette a causa delle gravissime ferite riportate. Stando a quanto raccolto dalla procura maceratese, il tentato omicidio sarebbe nato dalla mancata accettazione dell’imputato di rassegnarsi alla separazione chiesta dalla vittima, anche lei albanese. Tra l’altro, prima di quella tragica notte, la 44enne aveva sporto denunciato contro l’uomo per maltrattamenti in famiglia. E per questo, il tribunale aveva imposto all’imputato il divieto di avvicinamento alla denunciante.

La prescrizione non era bastata. Habibaj, difeso sia in primo grado che in appello dall’avvocato anconetano Gabriele Galeazzi, aveva raggiunto la notte del 27 ottobre 2017 il Liolà con l’intenzione di uccidere la 44enne. Almeno questa è sempre stata l’ipotesi della procura. Secondo quanto ricostruito, l’albanese si era presentato al locale dove c’era la moglie assieme a una sua amica. Erano lì per un corso di ballo. Dopo aver visto l’uomo, le donne erano uscite dalla discoteca temendo che lui potesse aver danneggiato l’auto con cui le due erano arrivate in via Giuseppe Mainini. Avevano appena fatto in tempo a constatare che non c’erano danni che il 57 era salito sulla sua vettura per spingere il piede sull’acceleratore e investire l’ex moglie. La donna aveva fatto un volo di circa un metro e mezzo. Una volta a terra, sempre secondo la ricostruzione della procura, Habibaj era sceso dall’auto, aveva preso un martello dal portabagagli e aveva colpito in testa la donna. Più volte.
 
Erano stati vani da parte dell’amica della vittima i tentativi di fermare l’aggressore. L’uomo era stato bloccato dagli addetti alla sicurezza e poi dalla polizia. In auto era stata ritrovata l’arma con cui aveva colpito la 44enne. Immediato era scattato l’arresto. Per la vittima c’era stato il trasporto d’urgenza in ospedale per un trauma cranico facciale con focolai emorragici. Per un periodo era stata in coma farmacologico. Per il processo di primo grado, il pm Stefania Ciccioli aveva chiesto il giudizio immediato, essendo secondo la procura schiaccianti le prove contro l’imputato.
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