Il sindaco Gentili sogna una casa della salute: «Sarà un riferimento per gli anziani». Ma c'è il nodo dei fondi

Il sindaco Gentili sogna una casa della salute: «Sarà un riferimento per gli anziani». Ma c'è il nodo dei fondi
Il sindaco Gentili sogna una casa della salute: «Sarà un riferimento per gli anziani». Ma c'è il nodo dei fondi
di Marco Pagliariccio
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Mercoledì 1 Settembre 2021, 08:10

MONTE SAN GIUSTO  - Una casa della salute che sia una struttura che dialoga con la cittadinanza, non un ritorno ai vecchi ospedali di paese. È uno dei sogni nel cassetto di Andrea Gentili, che ha messo in moto la macchina comunale per arrivare a un risultato ambizioso ma che sarebbe rivoluzionario per la città.

«Quello che ho in mente è una struttura che sia, in primo luogo, al passo coi tempi delle malattie che attualmente colpiscono di più la popolazione – spiega il sindaco di Monte San Giusto –, penso a Rsa e posti legati alla demenza, parti del sistema sanitario messe a nudo dal Covid, anche se già prima si era manifestata questa necessità, con liste di attesa lunghissime e difficoltà di diverso genere». 


«Guardiamo all’esempio dell’Emilia Romagna - prosegue Gentili -, dove le case della salute uniscono sociale e sanità, un riferimento per l’anziano a tutto tondo: al suo interno troverebbero posto la Croce Verde, le associazioni di volontariato, personale infermieristico e spazi per i medici di base. Ho avuto occasione di visitarle e credo sia quello il modello che dovremmo seguire, non, come pensano molti politici, la semplice riconversione dell’ospedale del piccolo paese. L’ospedale deve restare a disposizione per le lungodegenze e altro, ma la comunità deve trovare il suo riferimento a livello socio-sanitario nella casa della salute».

Gentili ne ha iniziato a discutere con i medici di base cittadini, altra categoria che nella casa della salute prospettata dal primo cittadino avrebbe ruolo cruciale. «Dal confronto continuo con loro è nata questa idea – sottolinea il primo cittadino – credo sia stato commesso un errore: quello che ha messo in luce la pandemia è che quando parliamo di sanità noi pensiamo sempre agli ospedali e invece non è solo quello. La medicina del territorio non funziona: il medico di base non può essere messo all’angolo, ma valorizzato per il suo ruolo.

Invece oggi il medico di base e quello ospedaliero sembrano due entità diverse. In questa ottica, la casa della salute deve essere quasi come il circolo che sta in piazza. Non è casuale il nome “casa”: deve essere un alloggio in cui trovare tutto ciò che riguarda la salute del cittadino. Un riferimento come possono essere il municipio, la caserma dei carabinieri o la chiesa». In parallelo a questo c’è poi il sogno di avere una grande struttura sanitaria, con tanti posti letto e la possibilità di accogliere anziani non autosufficienti, malati di Alzheimer e altro ancora.

La giunta aveva dato il via libera un anno fa all’affidamento di un incarico esterno per l’elaborazione di un piano pluriennale in grado di evidenziare i risultati economici nei diversi possibili scenari e valutare, quindi, la fattibilità finanziaria nel lungo periodo dell’intervento in questione. Un vero e proprio piano industriale, nel quale si dovevano valutare le variabili che impattano sul piano prettamente finanziario della realizzazione di questo nuovo mega polo. 


«Quello era un progetto che nei cassetti c’era da tempo, già da prima del nostro primo insediamento – conferma Gentili –. Di sicuro abbiamo 120 posti letto accreditati dalla Regione per anziani non autosufficienti e malati Alzheimer che dovremo mettere a bando. Anche questo dovremo portarlo avanti, ma non sarà ovviamente un risultato che vedremo domani mattina». Il problema resta sempre quello dei soldi. «Con le risorse del Pnrr abbiamo un’opportunità che non possiamo disperdere – sogna Gentili –. Le risorse che arrivano ora non lo vedremo più per cinquant’anni. I Comuni possono e devono organizzarsi per provare a intercettarle. È importante fare l’ospedale a Macerata, ma è importante avere anche un servizio di prossimità che funziona»

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