Riccardo e Chiara, lavoro e ambizioni
condivise fino alla maledetta esplosione

Riccardo e Chiara, lavoro e ambizioni condivise fino alla maledetta esplosione
2 Minuti di Lettura
Domenica 12 Giugno 2016, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 11:39

MACERATA - Due giovani di provincia, con grandi sogni di affermazione professionale, impegnati nel volontariato, un forte legame con le radici. Riccardo Maglianesi, 27 anni, di Morrovalle, e la sua fidanzata Chiara Magnamassa, di Monte San Giusto, nella loro breve vita hanno condiviso molto.
 

 


Oggi sono morti insieme nell'esplosione della palazzina di via Brioschi a Milano, un incidente per una fuga di gas, che si è portato via anche il loro futuro. Insieme li ritraggono tante foto sui loro profili social, lui barbetta scura e sorriso largo, lei grandi occhiali e look raffinato. Riccardo si era laureato all'Università Politecnica delle Marche nel 2012, con 110 e una tesi in International Business and Economics.
 


Dopo la laurea magistrale aveva seguito un Master in Quantative Finance and Risk Management alla Bocconi, a Milano, e fatto esperienze alla Santoni Shoes e un corso e-Capital nelle Marche. Plurilinque, figura anche fra i fondatori dell'associazione culturale Primavera di Morrovalle. Chiara era product manager, buyer, stylist. «Girovagando fra vari sogni, ho ben presto capito che il mondo della moda era quello giusto per me» c'è scritto nel suo profilo. «Cresciuta fra mucchi di scarpe da cucire e assemblare (i miei mi portavano spesso nell'azienda di famiglia), non potevo che dedicarmi al mondo della calzatura. Indipendente e determinata, dopo una formazione linguistica, ho preso la matita in mano, ed ho lasciato sfogare la mia creatività con disegni di calzature di vario genere».

La curiosità aveva poi spinto Chiara a cimentarsi anche con l'abbigliamento, nell'ufficio prodotto dell'azienda Elisabetta Franchi. Tornata «al campo base», non aveva abbandonato le «grandi ambizioni», tanto da ritrovarsi «quasi per caso in un'azienda produttrice di accessori metallici e tessili per calzature, pelletterie ed abbigliamento». Il racconto si chiude con una frase che letta oggi fa male: «prossimo step, quale sarà?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA