Maxirissa allo stadio alla fine di Matelica-Elpidiense Cascinare: 9 denunce alla Procura e 12 Daspo

L'indagine è stata condotta dai carabinieri
L'indagine è stata condotta dai carabinieri
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 27 Aprile 2022, 06:25

MATELICA - Maxi rissa alla fine della partita di Prima categoria allo stadio di Matelica: nove persone denunciate (tra cui 3 giocatori) e per 12 proposto il Daspo urbano. Al termine di una complessa ed articolata attività di indagine i carabinieri della stazione di Matelica hanno denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata nove persone ritenute essere responsabili a vario titolo della maxi rissa avvenuta oltre due settimane fa, il 9 aprile scorso, allo stadio comunale di Matelica al termine dell’incontro di calcio valido per il campionato di Prima categoria tra la Ss Matelica calcio 1921 e la Asd Elpidiense Casinare.

La partita si concluse con un risultato di 2 a 1 per il Matelica ma in quella occasione, al termine del match, vi fu un violento parapiglia che vide coinvolti i calciatori, il personale tesserato ed i tifosi. La maxi rissa avvenne sia in campo sia sugli spalti sotto gli occhi increduli di tante persone, compresi la presidente Sabrina Orlandi e il marito, il presidente onorario Mauro Canil. L’intervento tempestivo dei carabinieri della Compagnia di Camerino, guidata dal capitano Angelo Faraca, riuscì a sedare gli animi e a riportare la calma. A seguito di quei fatti, però, i militari effettuarono mirate indagini per ricostruire l’accaduto, verificare come era nata la rissa e dare un volto e un nome alle persone coinvolte. 

L’indagine fu eseguita raccogliendo diverse testimonianze e visionando le immagini video che hanno portato all’identificazione dei soggetti coinvolti. È stato così che i carabinieri hanno denunciato a piede libero nove persone. Ma non solo. Sono scattate anche le proposte di misure di sicurezza di Daspo per dodici persone protagoniste della vicenda. Adesso dopo la segnalazione alla questura di Macerata sarà il questore a valutare e a emettere le misure di prevenzione. 

Il Daspo, acronimo di Divieto di divieto di accedere alle manifestazioni sportive, rappresenta uno strumento per contrastare il fenomeno diffuso della violenza negli stadi o più in generale in occasioni delle manifestazioni sportive.

La necessità di adottare misure contro la violenza negli stadi emerse dopo la finale di coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool disputata il 29 maggio 1985 allo Stadio Heysel di Bruxelles. Prima dell’inizio della finale morirono 39 persone, quasi tutti tifosi italiani, a causa dei disordini provocati dagli hooligans dei Reds. Una tragedia che fece molto discutere e che portò a interrogarsi sugli strumenti da adottare per evitare che drammi del genere potessero ripetersi. Nel 1989, quattro anni più tardi, in Italia fu introdotto il Daspo.

La misura prevede il divieto per chi viene ritenuto pericoloso, ad accedere nei luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive, dunque gli stadi ma non solo, e può avere una durata da uno fino a cinque anni. Destinatario del divieto possono essere anche i minorenni, dai 14 anni in su. È il questore a emettere la misura ed è il questore a poter disporre il divieto di accesso anche in altre zone sempre legate a manifestazioni sportive. La competenza nella revoca o nella modifica della misura è invece del giudice per le indagini preliminari.
 

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