«Per una visita da fare entro 10 giorni? C’è posto solo tra due mesi. E ad Ascoli». Ecco quale sindaco ha vissuto questa esperienza

A dicembre ad Ascoli, a febbraio 2022 ad Ancona e a Recanati a maggio

«Per una visita da fare entro 10 giorni? C’è posto solo tra due mesi. E ad Ascoli». Ecco quale sindaco ha vissuto questa esperienza
«Per una visita da fare entro 10 giorni? C’è posto solo tra due mesi. E ad Ascoli». Ecco quale sindaco ha vissuto questa esperienza
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Venerdì 22 Ottobre 2021, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 10:20

MACERATA  - «La sanità marchigiana va benissimo! Si fa per dire…». Ad accendere i riflettori sul problema dei problemi che da sempre affligge la sanità pubblica, nelle Marche come altrove, ovvero quello delle liste d’attesa, è il sindaco di Montecassiano Leonardo Catena, esponente del Partito democratico.

«Una denuncia la mia - precisa - che va al di là del mio ruolo di sindaco o si esponente politico ma che mira solo a mettere in evidenza un problema che c’era in passato ma che permane tutt’ora, nonostante il cambio di governo in Regione». Ieri mattina Catena doveva «prenotare alcune prestazioni di cui una con priorità entro 10 giorni - racconta lui stesso in un post su Facebook con cui ripercorre la vicenda -. Ebbene il primo posto utile per la prestazione urgente mi è stato proposto da una gentilissima signora per il 20 dicembre, se ricordo bene ad Ascoli Piceno. La seconda prestazione ad Ancona a febbraio 2022 o a Recanati a maggio 2022».


Per la terza, quella meno urgente, afferma Catena, «mi è andata meglio: a Camerino la prossima settimana.

Mi chiedo come sia stato possibile far naufragare così la sanità pubblica marchigiana, nonostante tanti straordinari professionisti che ci lavorano con dedizione e passione. Mancanza di programmazione, di investimenti, di adeguamento dei servizi ad una società che cambia e sta invecchiando. I problemi vengono da lontano e ora anziché porvi rimedio sembra che la situazione stia peggiorando - sottolinea Catena -. Visto che siamo in giorni di protesta, mi piacerebbe vedere per strada persone che protestano per i gravi disservizi di cui soffre il nostro sistema sanitario. Mi metto nei panni di chi ha problemi di salute magari più seri dei miei. Non va affatto bene. L’alternativa è rivolgersi alla sanità privata che appunto non è pubblica». Non che «il privato sia il demonio, non lo penso e anzi la rispetto - conclude Catena - ma è un fatto che nel pubblico bisogna intervenire per invertire la rotta».

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