I medici di base protestano: «Il piano per i vaccini fa acqua da tutte le parti. Serve un cambio di passo»

Un vaccino
Un vaccino
di Daniel Fermanelli
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Venerdì 2 Aprile 2021, 05:00

MACERATA - I medici di base sul piede di guerra. A sottolineare i problemi legati alla vaccinazione sono i coordinatori di équipe territoriale Paolo Accattoli (Macerata), Andrea Mosca (Tolentino) e Fabrizio Paparoni (San Ginesio/Sarnano).

«La nostra disponibilità a vaccinare i nostri assistiti - affermano - si sta scontrando con due problemi fondamentali: la carenza di vaccini che ci vengono forniti e l’ impossibilità da parte nostra di scegliere chi possiamo vaccinare. Noi abbiamo avuto a disposizione finora solo un flacone di Moderna (equivale a 11 vaccini) che abbiamo fatto a pazienti estremamente vulnerabili a domicilio; questa settimana ci daranno, forse, un flacone di Moderna e uno di Astra Zeneca, poi ci hanno fatto sapere che il Moderna non ci verrà più fornito e avremo la possibilità di avere solo Astra-Zeneca, che però, secondo il piano vaccinale della Regione Marche, potremo somministrare solo ad ultraottantenni con patologie lievi o in buona salute e a pazienti tra 70 e 79 anni, ma non “estremamente vulnerabili”». 
«È previsto altresì - proseguono i medici di base - che ci forniscano dei vaccini Pfizer, che come è noto non siamo in grado di gestire visto che devono essere conservati a temperature inferiori a -70 e che quindi necessitano di una preparazione abbastanza complessa. Tutto questo mentre sui media continua il fiume di notizie sul coinvolgimento dei medici di famiglia nella vaccinazione di massa: “per qualsiasi dubbio rivolgetevi al vostro medico di base”, il quale viene bombardato da una serie richieste cui non sa cosa rispondere, quasi sempre informato in ritardo rispetto a qualsiasi cambio di programma». 
«Peraltro il Mmg - sottolineano ancora i tre medici - continua ad essere la figura di riferimento di tutti i pazienti che in lui ripongono fiducia e speranza.

Invece non ci viene concesso di gestire i nostri pazienti, di cui conosciamo le patologie e le criticità, per andare dietro a un piano vaccinale che fa acqua da tutte le parti. Come dimostrato dai vaccini antinfluenzali da noi effettuati tra ottobre e novembre, periodo in cui da ciascuno di noi sono stati vaccinati in meno di 2 mesi 400-500 assistiti, i medici di medicina generale sono in grado di fare vaccini ai propri assistiti in sicurezza ed in breve tempo, ma tutto questo sembra che in Regione non sia elemento di sufficiente garanzia. Facciamo notare velocemente che le innumerevoli incombenze burocratiche cui bisogna far fronte sia prima che dopo la somministrazione del vaccino, vengono normalmente sbrigate da personale amministrativo dedicato, mentre per i Mmg sembra non sia possibile organizzare alcun aiuto. Noi iniziamo a pensare che il nostro coinvolgimento in questa emergenza non sia gradito: ci venga detto con chiarezza e ci faremo da parte senza spargimenti di lacrime. Se invece c’è ancora la volontà di dar seguito all’accordo firmato tra lo Stato e tutte le sigle sindacali dei medici di medicina generale, chiediamo un cambio di passo sia a livello regionale sia a livello aziendale: non possiamo più sostenere il ruolo degli sprovveduti o peggio di quelli che creano problemi. Se la vaccinazione di massa dovrà essere gestita dai centri vaccinali, noi facciamo un passo indietro, rendendo felice chi fin dall’inizio ha paventato che il nostro contributo sarebbe stato un aggravio di spesa enorme per la sanità regionale».

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