MACERATA - Emozionante incontro all'Università di Macerata tra gli studenti delle scuole superiori e Maria Falcone, sorella del magistrato Giovanni, ucciso dalla mafia nell'attenato di Capaci di 30 anni fa.
Giovanni Falcone da giovane? “Era un ragazzo come voi, ma molto pragmatico. Quando gli davano un compito, si poneva come meta il dover fare il meglio. In vita non era un eroe, faceva solo il suo dovere di magistrato. Ma la morte, di cui era consapevole, ha creato l’eroe. Pensate piuttosto a Giovanni come a un uomo, a un cittadino amante della democrazia. Il vostro compito è solo quello di essere bravi cittadini”.
Ancora una volta, grazie all’instancabile opera di testimonianza della sorella Maria, ospite oggi dell’Università di Macerata per un incontro con gli studenti delle superiori, ha ripreso vita nel cuore e nelle menti di tanti giovani la figura del magistrato ucciso da Cosa Nostra proprio trent’anni fa.
L’occasione è stata la “Giornata della cultura civile” organizzata dall’Ateneo nell’ambito di un più ampio progetto di orientamento al sapere etico e alla cultura civile. L’incontro, che si sarebbe dovuto svolgere al Teatro Lauro Rossi, è stato spostato per precauzione all’Orto dei Pensatori in seguito alle scosse sismiche che hanno interessato la costa marchigiana. Nonostante la concomitante chiusura delle scuole, oltre un centinaio di ragazze e ragazzi non hanno mancato l’appuntamento.
Il rettore
“Abbiamo auspicato di essere un ateneo agile e veloce e oggi ne abbiamo dato la dimostrazione, riorganizzando qui questa importante iniziativa – ha commentato il rettore John McCourt -. L’Università e la scuola sono chiamate al dovere di elaborare e diffondere la cultura della legalità. Ma tutto il sapere del mondo non è abbastanza se non è accompagnato dalla volontà di usarlo per contribuire a costruire un mondo giusto”.
Il dialogo tra studenti e studentesse e Maria Falcone, coordinato dalla professoressa Rosita Pretaroli, è stata introdotto dagli interventi dei docenti Benedetta Barbisan, Stefano Pollastrelli e Lina Caraceni, del vicepresidente del Consiglio degli studenti Jacopo Sammassimo e del dottorando Tommaso Santilli, che ha realizzato una serie di interviste sull’antimafia da vedere e ascoltare attraverso la web radio di ateneo Rum.
“Attraverso l'educazione si può uscire da quelli che sono i limiti della propria famiglia, anche da contesti mafiosi – ha detto ancora la presidente della Fondazione Falcone -. E’ per questo che sono qui oggi, per far conoscere mio fratello ai giovani, per educarli. Non credo lui sia morto, se dopo 30 anni siamo qui a parlare della sua vita”.