Scatta l'allerta per l’acqua, arriva la stretta di Macerata. Ecco i divieti, occhio alle multe

Scatta l'allerta per l’acqua, arriva la stretta di Macerata. Ecco i divieti, occhio alle multe
Scatta l'allerta per l’acqua, arriva la stretta di Macerata. Ecco i divieti, occhio alle multe
di Giulia Sancricca
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Sabato 25 Giugno 2022, 06:05

MACERATA  - Stretta sul consumo dell’acqua a Macerata. Il capoluogo ha vietato, con una ordinanza firmata ieri dal vicesindaco Francesca D’Alessandro, «il consumo della risorsa idrica per l’irrigazione agricola e dei giardini, per il lavaggio di automezzi, per il riempimento di piscine private e per ogni utilizzo non indispensabile diverso da quello alimentare.

È limitato inoltre alle ore notturne l’innaffiamento degli orti». Il primo cittadino e presidente della Provincia, Sandro Parcaroli, dà l’esempio con i fatti ed invita i suoi colleghi a fare altrettanto per evitare di arrivare ad una vera e propria crisi idrica a seguito della scarsità di precipitazioni. 

L’ordinanza sarà valida fino al 15 ottobre e l’amministrazione invita la cittadinanza «a un uso razionale e corretto dell’acqua per evitare inutili sprechi.

Ai trasgressori sarà applicata una sanzione amministrativa dai 25 ai 500 euro». Il provvedimento arriva a seguito della specifica richiesta pervenuta da Apm, «dopo aver rilevato - spiegano gli amministratori - il permanere di una situazione di scarsa piovosità e di temperature superiori alla media stagionale che hanno determinato un abbassamento significativo dei livelli delle falde acquifere di approvvigionamento tale da comportare ripercussioni negative sulla capacità di soddisfacimento dei fabbisogni idrici della popolazione». Il Comune del capoluogo ha così recepito le linee guida dettate dalla Provincia a seguito dall’incontro tra l’Aato 3 di Macerata e i gestori del servizio idrico (Assem, Assm, Apm, Astea, Atac e Acquambiente Marche), per affrontare la situazione a rischio siccità. «Un vertice utile - sostiene Parcaroli - per fare il punto della situazione sull’attuale stato del sistema idrico e individuare le azioni da mettere in campo nel breve termine per evitare i disagi che potrebbero crearsi a seguito di consumi in aumento e scarsità di apporti dalle sorgenti. La situazione, attualmente, non è di emergenza - chiarisce -, ma desta preoccupazione la scarsità di precipitazioni che potrebbe trasformarsi, nelle prossime settimane, in una effettiva crisi idrica in determinate aree del territorio». 


La necessità 
È per questo motivo che, come già anticipato nei giorni scorsi dal direttore dell’Aato 3 Massimo Principi, sarà necessaria «l’emanazione di un’ordinanza sindacale su tutto il territorio che limiti i consumi superflui di acqua - prosegue il presidente della Provincia - , perlomeno durante il periodo estivo, introducendo divieti all’utilizzo di acqua potabile. A fronte di questo complesso quadro in evoluzione - prosegue - , dopo il monitoraggio periodico della situazione, sarà possibile attivare tempestivamente fonti di approvvigionamento ulteriori rispetto a quelle attualmente utilizzate, come il pozzo di Crevalcore a Cingoli e l’aumento temporaneo, se in emergenza, della captazione dell’acquedotto del Nera». 


I precedenti 
Mentre gli anni scorsi i sindaci agivano singolarmente per l’emanazione dell’ordinanza sull’utilizzo dell’acqua, la novità di quest’anno riguarda l’uniformità del provvedimento che avrà dei punti in comune per tutti i centri della provincia, autorizzati comunque ad apportare le proprie modifiche. «La macchina organizzativa è rodata - dice Principi, direttore dell’Aato 3 - e in questo modo affronteremo l’emergenza in maniera più efficace». Il direttore spiega poi quali saranno i prossimi passaggi per l’emanazione dell’ordinanza. «Sarà emanata singolarmente dai sindaci - precisa - , ma sulla base delle indicazioni dei gestori della risorsa idrica. Per la prima volta l’ordinanza sarà omogenea in tutto il territorio: negli anni passati, invece, essendo sei diversi gestori, c’era il rischio di vedere alcune difformità. Ovviamente - aggiunge - i sindaci sono liberi di apportare tutte le modifiche che vogliono, ma partiranno da una struttura comune. Anche i tempi per l’emanazione saranno dettati dai singoli sindaci: l’unico suggerimento riguardo le tempistiche è che, una volta emessa, l’ordinanza dovrà restare in vigore fino ad autunno iniziato. Riteniamo inutile emanarla solo per alcune settimane». 

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