MACERATA - «Il sistema agroalimentare italiano vivrà tempi duri e preoccupanti». Non usa giri di parole Federico Maccari, presidente della sezione agroalimentare e vicepresidente di Confindustria Macerata. Ai recenti aumenti dei costi energetici ovvero delle bollette di luce e gas di cui tanto si parla negli ultimi giorni, c’è un altro incremento ormai ineludibile, ma che per ora sembra riguardare e ricadere solo sui produttori, quello delle principali materie prime utili alla realizzazione e alla trasformazione dei prodotti agroalimentari.
«Stiamo assistendo ad uno straordinario incremento di tante materie prime indispensabili per la realizzazione della maggior parte dei prodotti di prima necessità e con una velocità mai vista prima - afferma Maccari -. Un insieme di beni che sta coinvolgendo la maggior parte dei produttori italiani e che per le loro caratteristiche dimensionali e gestionali, per lo più di piccola dimensione e con attività artigianali, rischiano di non riuscire a compensare gli importanti aumenti dei costi con un adeguamento dei prezzi nei tempi utili al sostentamento e alla tutela delle proprie attività produttive. Prendendo ad esempio i produttori di pasta (il primo piatto più consumato in Italia), solo nel corso dell’ultimo mese il costo del grano duro è raddoppiato rispetto a sei mesi fa. La causa risiede nello scarso raccolto in Canada e Usa (appena 3,5 milioni di tonnellate contro i tradizionali 6,5), che comportando una sensibile riduzione dell’offerta mondiale, purtroppo ha portato conseguenze indirette anche sulla quotazione e sul costo del grano duro italiano, che quest’anno, confermandosi come un prodotto che rispetta regole di sicurezza alimentare ed ambientale superiore agli standard degli altri paesi, si è anche distinto per una ottima qualità complessiva del raccolto».
Gli aumenti sono tali che i produttori da soli non riescono ad assorbire l’incredibile aggravio dei costi e per questo a breve, secondo la previsione dell’associazione degli industriali, assisteremo ad un inevitabile aumento dei prezzi al consumo. «Come Confindustria – insiste Maccari – stiamo osservando ed analizzando lo scenario complessivo per comprendere l’impatto che l’impennata dei costi di produzione avrà nei confronti dei nostri associati e quindi sui consumatori, che per effetto di una importante evoluzione inflattiva ed in considerazione della maggiore propensione al risparmio a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni, potrebbero reagire con una preoccupante riduzione o riqualificazione dei consumi.
A completare il quadro ci sono anche legno, acciaio, ferro, plastica, carta e tante altre materie prime indispensabili per il settore imballaggi. «Come sistema confidustriale locale il confronto è costante ma la situazione è estremamente preoccupante - conclude Federico Maccari, presidente della sezione agroalimentare e vicepresidente di Confindustria Macerata -, perché tante aziende del settore agroalimentare rischiano di andare seriamente in difficoltà e chiudere l’anno con bilanci in perdita e con tutte le conseguenze facilmente intuibili. Per questo sarebbe opportuno che i vari livelli di governo prendessero coscienza della criticità e sostenessero questo settore con misure immediate».
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