Parcaroli e i primi sei mesi da sindaco: «Finito l’effetto Covid puntiamo sul digitale per i turisti in centro»

Il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli
Il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli
di Lolita Falconi
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Venerdì 16 Aprile 2021, 03:20

Ospedale, rilancio del centro, ricostruzione, ripartenza e soprattutto digitalizzazione. A partire dal centro che può puntare, usciti dal tunnel del Covid, su un turismo non più solo stagionale ma attivo tutto l’anno. Ci sono insomma tanti argomenti da trattare con il sindaco-imprenditore di Macerata, che ha tagliato pochi giorni fa il traguardo dei suoi primi sei mesi alla guida della città. 


Parcaroli, mi tolga subito una curiosità: farà il vaccino?
«Mi hanno contattato per farlo e ho rinunciato. Per una patologia che ho rientro nella categoria dei fragili. Ma ho preferito che la mia dose andasse, in questo momento, a qualche anziano che ne ha più bisogno di me. Come il comandante della nave che scende per ultimo, io mi vaccinerò quando sarà quando sarà il mio turno, normalmente, senza togliere niente a nessuno. Peraltro ho fatto il sierologico e ho tanti anticorpi, probabilmente ho già avuto il Covid da asintomatico».

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Farà AstraZeneca se glielo proporranno?
«Quello che mi danno, mi prendo. Sono convinto che è meglio farlo che non farlo. Mi fido molto della scienza». 

Dai vaccini al nuovo ospedale. Ha letto quante polemiche?
«Tutte strumentalizzazioni».

Da sinistra dicono che Saltamartini bluffa e lei non lo ostacola..
«Chiariamoci una volta per tutte: un ospedale non è né di destra né di sinistra.

Io voglio un ospedale nuovo, efficiente e d’eccellenza per Macerata. Di primo livello in quanto a professionalità e specialità».


Sarà un ospedale provinciale?
«Sarà l’ospedale di Macerata e sarà di primo livello, senza togliere nulla alla capillarità dei servizi sanitari sul territorio. Avrà reparti di eccellenza, dove i medici e gli infermieri potranno lavorare bene, con tanta tecnologia». 


La sinistra vi accusa di giocare con le parole...
«Guardi, se problemi ci sono stati li hanno fin qui creati loro: prima scegliendo un pezzo di terra che era stato una discarica, poi facendo la variante per l’ospedale prima di aver trattato la terra».


A proposito, quella location alla Pieve la convince?
«Sì, sta vicino alla superstrada, c’è ampio spazio per i parcheggi. Il mio sogno sarebbe fare anche una tranvia».


Ma lei che è un imprenditore crede davvero nelle parole di Saltamartini quando dice che, con appalto ordinario, riuscirà a partire con i lavori entro il mandato? Suvvia...
«A livello nazionale si sta cambiando la legge sugli appalti e spero si vada fino in fondo. E’ l’unico modo per accelerare sul fronte lavori pubblici, dalle strutture sanitarie alla ricostruzione post terremoto a molto altro». 


Del vecchio ospedale di Santa Lucia che ne farete?
«La struttura rimodernata potrebbe essere utile per tante attività. Ho dei sogni ma non vorrei correre troppo. In campagna elettorale ho detto che vorrei che Macerata diventasse un luogo dove vivere e lavorare sarà meraviglioso. Quindi asili, impianti sportivi, strutture per anziani. Ecco si potrebbe immaginare che quella struttura diventerà un Ircer che guarda verso il futuro». 


Parlava di scuole. Molte sono datate a Macerata...
«C’è un maxi progetto di riqualificazione delle scuole, abbiamo fondi sia per ricostruirle nuove sia per ristrutturare quelle che ci sono. La mia giunta farà molto su questo fronte, i soldi ci sono. Ma è presto per svelare i dettagli». 


Tema infrastrutture sempre caldo...
«Come imprenditore e sindaco devo guardare non a domani ma ancora più avanti. Le faccio l’esempio del collegamento con Villa Potenza: meglio aspettare per trovare fondi e soluzioni più consone rispetto alla quella curva su una tre corsie che voleva fare Ricotta. Avremmo arricchito le carrozzerie più che ammodernato la viabilità! L’eliminazione del passaggio a livello di via Roma è in cantiere, ci abbiamo messo le mani, è un collo di bottiglia che va risolto. Anche qui: vogliamo una cosa fatta bene. Il centro ortofrutticolo di Piediripa diventerebbe una chicca ma bisogna trovare i soldi. Servono sogni, progetti e fondi ». 

A proposito di centro: parcheggi in piazza ancora per molto?
«La riapertura della piazza è stata ossigeno per le attività. Per il futuro si potrebbero immaginare un’apertura per le auto elettriche. Quello che voglio fare è puntare sui centri commerciali naturali per valorizzare i tanti negozi che animano la città e i suoi corsi. Per Piediripa bisognerebbe puntare su digitalizzazione e scuole di formazione. Potrebbero portare migliaia di giovani. Bisogna creare lavoro con stipendi medio alti, per far girare l’economia». 


Il turismo può essere un’altra chiave di rilancio all’uscita dalla pandemia?
«Assolutamente sì. Voglio puntare anche qui sulla digitalizzazione. Mapperemo tutto e metteremo in rete Macerata e le sue tante bellezze. Scaricando una app si potrà avere la spiegazione di ogni vicolo, piazza o monumento. I turisti saranno invogliati a venire. Macerata è bellissima: quando la piazza sarà ristrutturata, con il palazzo della prefettura completato, sarà uno spettacolo. La tecnologia ci aiuterà». 

Da imprenditore come è stato fin qui mediare con partiti e politica?
«Il centrodestra è unito. Io ho dato un’impostazione aziendale. Ognuno lavora nel suo settore. Farò questi cinque anni al servizio della città. Non ho interessi di carriera. Sarò contento se riuscirò a fare bene per la città».

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