Conti e dubbi: gli over 50 non vaccinati sono 14mila in provincia. Le aziende: «Ce la faremo»

Conti e dubbi: gli over 50 non vaccinati sono 14mila in provincia. Le aziende: «Ce la faremo»
Conti e dubbi: gli over 50 non vaccinati sono 14mila in provincia. Le aziende: «Ce la faremo»
di Mauro Giustozzi
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Domenica 13 Febbraio 2022, 08:00

MACERATA  - Dal 15 febbraio porte sbarrate di industrie, imprese, negozi e attività commerciali ai lavoratori senza Green pass rafforzato. Non si tratta più solo di categorie di dipendenti pubblici e privati, perché a essere interessati dal Super Green pass obbligatorio sul luogo di lavoro saranno tutti i lavoratori con 50 anni o più, i quali non potranno più contare solo sul semplice tampone.

In provincia difficile fare previsioni su come potrà incidere questa ulteriore stretta: è vero che nelle ultime settimane c’è stato un aumento di lavoratori che, pur di non essere sospesi dal lavoro e restare senza stipendio, hanno preferito vaccinarsi ma l’impatto più rilevante potrebbe esserci sulle piccole aziende o negozi dove anche l’assenza di una sola persona ma con mansioni qualificate potrebbe creare difficoltà alla produzione o vendita. 
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«Teniamo monitorata la situazione nei territori e al momento non ci risultano particolari preoccupazioni circa l’obbligatorietà di Green pass per over 50. – afferma Giorgio Menichelli, segretario generale di Confartigianato Imprese Macerata -.

Anche perché il numero dei vaccinati ha raggiunto risultati eccellenti. La nostra posizione, anche a livello nazionale, è sempre stata chiara e abbiamo promosso diverse azioni per coinvolgere gli associati nell’adesione alla campagna di protezione. Nell’interesse della salute pubblica, primo bene prezioso, ma anche del lavoro. Non possiamo permetterci ulteriori chiusure e abbiamo visto tutti quanto Omicron sia una variante estremamente contagiosa. Pensando al 15 febbraio, se ci saranno situazioni di lavoratori over 50 senza Green pass, queste non dovrebbero essere estremamente impattanti. Chiaro, alcune piccole attività, con numero esiguo di dipendenti o a conduzione familiare, potrebbero risentire di alcune iniziale criticità: ci auguriamo che siano casi isolati e che comunque non compromettano la produttività generale delle aziende». 


Nella nostra provincia i numeri ufficiali dei non vaccinati nella fascia di età che va dai 50 ai 69 anni è di 14.167 persone su una platea complessiva di 87.648 residenti. Questo non significa, però, che siano tutti lavoratori, anzi il numero di chi ha un contratto di lavoro potrebbe essere anche meno di un quarto in quanto devono essere sottratti i guariti, gli esenti, i disoccupati e chi è andato in pensione. «Secondo i dati che ci sono stati forniti dall’Asur una settimana fa - dice Rocco Gravina neo responsabile provinciale della Cisl - i lavoratori non vaccinati nella provincia di Macerata erano tremila e credo che non siano di molto calati in questi giorni che ci separano dal 15 febbraio. L’impatto in qualche azienda potrà esserci ma credo che non sarà poi così eclatante: lo sarà certamente di più per quei lavoratori che resteranno sospesi e senza stipendio. Frutto di decisioni politiche che hanno portato alla classificazione dei lavoratori per età. La nostra posizione è stata sempre chiara: siamo sempre stati per l’obbligo vaccinale per tutti, non per singole classi di lavoratori. Adesso vedremo ciò che accadrà dal 15 in poi: certo le aziende che hanno pochi lavoratori potranno avere difficoltà se ci sarà la defezione anche di un solo dipendente. Nel settore metalmeccanico, che seguo direttamente, non ci sarà alcun problema, ma in altri settori qualche criticità può esserci perché si tratta di lavoratori esperti, vista l’età, la cui formazione non è paragonabile a dipendenti più giovani». 


Anche da parte di Confindustria Macerata si attende senza eccessivi timori la scadenza d’inizio settimana. «Io credo che oramai anche nelle nostre aziende la maggior parte dei lavoratori si sia vaccinato ed abbia il Super Green pass - ribadisce il presidente, Sauro Grimaldi - anche perché parliamo di un posto di lavoro che ci va di mezzo e la sospensione dalla retribuzione. Io dico che vaccinarsi è una sicurezza che si dà alla collettività, agli altri prima ancora che a noi stessi: segno di rispetto per chi lavora accanto a te e per la stessa azienda. Siamo giunti a un buon punto di questo percorso, certo qualche caso sporadico ci potrà pure essere ma saranno pochi e non incideranno su attività e produzione delle nostre aziende. Se la devo dire tutta mi preoccupano molto di più le quarantene cui spesso sono sottoposti i lavoratori a causa di contagi che avvengono nel nucleo familiare». 

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