Cinghiali e incidenti stradali, avvocato contro la Regione: «Alimenta i contenziosi per risarcimento invece di prevenire»

Un branco di cinghiali in un parco cittadino
Un branco di cinghiali in un parco cittadino
di Giuseppe Porzi
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Giovedì 2 Giugno 2022, 09:00

MACERATA  - «I diversi articoli che si sono susseguiti negli ultimi giorni non forniscono l’esatta dimensione del fenomeno dei danni causati dagli animali selvatici, patrimonio faunistico che dovrebbe essere tutelato dalla Regione». Il pensiero è espresso dall’avvocato Renzo Merlini, il quale di dice in disaccordo «con chi sostiene che i piani di abbattimento dei cinghiali siano efficaci. Le Marche - spiega - contano una popolazione di circa 40mila capi che si riproduce a una velocità impressionante a causa delle condizioni ambientali favorevoli». 

La prevenzione
Secondo l’avvocato «nell’ultima stagione venatoria non si è fatto altro che recuperare sull’inammissibile sovrannumero di tali ungulati che si era creato durante la fase acuta della pandemia; infatti, gravi incidenti continuano ad accadere ogni giorno». Egli prende atto che «la legittimazione passiva nei giudizi di risarcimento del danno spetti alla Regione, circostanza confermata anche dalla Corte di Cassazione», ma allo stesso tempo ritiene che «l’Ente dovrebbe porre in essere tutte le misure atte a limitare l’avvicinamento della fauna alle principali arterie e ad evitare il verificarsi di eventi lesivi che non solo creano danni a cose ma mettono in pericolo la vita degli utenti della strada». Secondo Merlini «la caccia selettiva è solo l’ultimo ed estremo metodo che l’Amministrazione ha a disposizione per fronteggiare la situazione».

Le misure
Tra queste egli elenca: «la creazione di riserve dove gli animali possano vivere indisturbati; il posizionamento di dissuasori ad ultrasuoni nei pressi delle strade maggiormente interessate dal fenomeno; l’apposizione di barriere che impediscano ad ungulati e simili di accedere alla strada; l’utilizzo di sistemi che avvisino il guidatore della reale presenza di un animale; l’implementazione dell’illuminazione delle strade rurali.

L’insieme di questi accorgimenti migliorerebbe la vita dei cittadini, consentendo di risparmiare il tempo e il denaro che viene impiegato per ingolfare il sistema giustizia. Basti pensare che l’ente regionale è condannato ogni anno a pagare due milioni di euro per i danni provocati dai soli cinghiali». 


La critica
«La Regione, anziché risolvere il problema - attacca Merlini -, rimane inerme, preferendo offrire ai danneggiati un indennizzo predeterminato pari al 60% dell’importo dei danni subiti. Della serie: “prendere o lasciare”. Il danneggiato che non accetta la decurtazione è quindi costretto ad intraprendere cause civili. Conclusa la fase di primo grado, l’Ente impugna le sentenze in maniera seriale, non lasciando margini di composizione bonaria. È evidente, quindi, che la Regione di fronte ai numerosi contenziosi civili derivanti dai danni provocati dagli animali selvatici, da innumerevoli anni, preferisce essere una mera spettatrice, piuttosto che attivarsi per evitare gli incidenti».

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