Calzature, export con sorpresa nel Maceratese: in aumento nonostante la guerra gli affari con Mosca

Calzature, export con sorpresa: in aumento nonostante la guerra gli affari con Mosca
Calzature, export con sorpresa: in aumento nonostante la guerra gli affari con Mosca
di Massimiliano Viti
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Mercoledì 7 Giugno 2023, 01:50 - Ultimo aggiornamento: 11:42

MACERATA  - Pandemia alle spalle. L’export calzaturiero continua a crescere. I problemi sul tavolo sono il nanismo aziendale e la difficoltà di reclutamento personale. Nel 2022 le esportazioni di scarpe della provincia di Macerata hanno sfiorato i 345 milioni di euro, con un incremento del 27,9% rispetto all’anno precedente. E una crescita del 23,1% sul 2019. Macerata occupa l’ottavo posto nella graduatoria nazionale delle province italiane stilata da Assocalzaturifici in base al valore esportato.

I cugini fermani, quinti in classifica, hanno recuperato di più nel 2022 (+38,4%), ma sono sopra i livelli del 2019, quelli pre pandemia, di appena il 2,4%.

Il primo mercato di sbocco della calzatura maceratese è la Germania (81 milioni di euro), che nel 2022 è cresciuta del 22%. Quasi un paio su 5 venduto all’estero prende la direzione di Berlino. Al secondo posto gli Stati Uniti (cresciuti di oltre il 50%). E hanno scavalcato la Francia, destinazione delle scarpe che le aziende maceratesi terziste realizzano per le griffe del lusso. L’aumento del flusso verso il mercato transalpino è del 17%. Sorpresa al quarto posto. Non tanto perché è occupato dalla Russia, quanto perché l’export verso Mosca è cresciuto del 14%. E rispetto al 2019 il calo risulta contenuto (-7%) rispetto ai timori sorti con il conflitto in Ucraina. E certo non ci si attendeva un aumento del valore dell’export.


La sorpresa 


Sorprendente che la Cina, prima in classifica dell’export fermano (incremento di oltre il 100% tra 2022 e 2021), a Macerata occupi appena la posizione numero 35. Un esempio lampante di come i numeri vadano letti e interpretati. La prima considerazione è che l’aumento del valore non corrisponde ad un aumento del volume (delle paia). L’inflazione e la crescita dei prezzi hanno portato alla crescita del fatturato. La seconda considerazione è che i numeri sono influenzati dall’attività di conto terzismo svolta dalle imprese locali. 


La suddivisione 


Ad oggi è impossibile suddividere i numeri tra l’export delle imprese che hanno un marchio proprio e quello di aziende che svolgono il ruolo di subfornitrici delle griffe. La maggior parte delle prime soffre; la stragrande maggioranza delle seconde viaggia a gonfie vele. Altra considerazione: i dati possono variare in base ad una variazione decisa dal grande marchio. Per cui è sufficiente che una griffe trasferisca la logistica (nemmeno la produzione) da un territorio ad un altro per scompensare i dati. Oppure un nuovo insediamento di un grande marchio porterebbe in dote numeri tali da far cambiare le statistiche. Macerata occupa la posizione numero 13 nella graduatoria dell’import del 2022 con 151 milioni di euro. Questo equivale ad un aumento del 31,4% sul 2021 e del 25,4% sul 2019.

Le questioni che sta affrontando il settore sono sostanzialmente due. Da un lato le difficoltà in cui operano le micro e piccole imprese per far fronte alle richieste delle griffe. Alcune aziende si sono aggregate. Il calzaturificio Valmor è entrato nell’orbita di Holding Moda (ramo fashion di Hind). Novarese, viceversa, ha preferito unirsi al Gruppo Florence. Il Gruppo Meccaniche Luciani è approdato alla corte di Minerva Hub. Label System è passata sotto il controllo del Gruppo Star New Generation. L’altra questione è la difficile ricerca di manodopera. E più si è piccoli e più si hanno delle difficoltà per attirare i giovani.

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