MACERATA - Truffa e appropriazione indebita, cresce l’importo complessivo dei soldi di cui si sarebbero appropriati l’ex promotore finanziario Giuseppe Del Gobbo, 74 anni e la consorte Manuela Ruffini, di 60, e cresce anche il numero degli ex clienti costituitisi parte civile. Ieri l’udienza è slittata nuovamente, la difesa vorrebbe valutare se ci sono i margini per proporre un patteggiamento.
In aula il gup Giovanni Manzoni ha ammesso la costituzione di parte civile per altre sette persone, un uomo del Maceratese a cui sarebbero stati sottratti 59mila euro (tutelato dall’avvocato Alessio Matarazzi) e sei persone del Veneto che avrebbero un legame parentale con Ruffini, a cui sono mancati complessivamente 450mila euro di investimenti (tutelati dall’avvocato Luciano Salvato di Venezia). Il mezzo milione abbondante dunque va a sommarsi ai due milioni e mezzo che secondo l’accusa i coniugi non avrebbero restituito ai loro clienti dopo gli investimenti.
I difensori degli imputati, gli avvocati Paolo Giustozzi e Marco Caldarelli contestano le cifre individuate dall’accusa «che a nostro avviso non corrispondono a quelle effettive.
Secondo la ricostruzione accusatoria la coppia si sarebbe intascata dal 2002 al 2019 qualcosa come 3 milioni di euro da 21 clienti, cifra da considerare al netto degli interessi promessi e mai incassati dalle vittime. Solo una coppia, in 17 anni avrebbe consegnato 1.227.000 euro per effettuare investimenti.
Ieri dunque l’udienza è stata rinviata per valutare la sussistenza delle condizioni per un eventuale patteggiamento a cui la difesa aspirerebbe dal momento che alcuni reati sarebbero nel frattempo prescritti. Gli ex clienti sono parte civile, tra gli altri, con i legali Olindo Dionisi, Massimiliano Cofanelli, Francesca Marchesini, Paola Medori e Narciso Ricotta.