Tritarelli (Cna) lancia l'allarme: «Superbonus, chiediamo di svuotare i cassetti fiscali»

Tritarelli (Cna) lancia l'allarme: «Superbonus, chiediamo di svuotare i cassetti fiscali»
Tritarelli (Cna) lancia l'allarme: «Superbonus, chiediamo di svuotare i cassetti fiscali»
di Lolita Falconi
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Domenica 11 Dicembre 2022, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 16:55

MACERATA - Crediti incagliati, imprese che non riescono ad andare avanti, che non hanno liquidità per pagare i fornitori, che stentano a pagare tasse e imposte, cantieri che si fermano, prospettive confuse. Il presidente della Cna di Macerata Maurizio Tritarelli traccia un bilancio piuttosto negativo sul discorso del Superbonus. Un bonus fiscale ormai al tramonto ma che continua a togliere il sonno a molte imprese che nei mesi scorsi hanno lavorato in cantieri per l’efficientamento energetico, in particolare praticando lo sconto in fattura. 

 
Una indagine condotta dalla Cna fa luce sulla reale portata dei crediti incagliati del Superbonus ristrutturazioni. «Sono quasi 50mila le imprese della filiera delle costruzioni (edilizia, impianti e serramenti) che accusano molte difficoltà nella cessione dei crediti legati ai bonus per la riqualificazione degli immobili» denuncia Tritarelli. «Siamo alla diciassettesima modifica normativa in due anni e mezzo – sostiene preoccupato il vertice Cna maceratese – e la strada che si sta imboccando non ci sembra affatto risolutiva».

Ammontano infatti a oltre 5 miliardi di euro i crediti nei cassetti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione.

Un volume raddoppiato rispetto alla scorsa primavera. Ricordiamo che l’attuale norma prevede che il credito maturato sia ceduto integralmente, e in una sola annualità, a un acquirente che possa scontarlo dalle proprie tasse ma l’enorme quantità di richieste arrivate alle banche ha di fatto annullato questi margini. L’idea prevista nel Decreto “Aiuti quater” sarebbe di frazionare le somme rendendole più leggere e diluendole fino a dieci anni, prevedendo in più un aiuto governativo alle banche. 


Su questa proposta in discussione al Ministero delle Finanze, il presidente della Cna di Macerata segnala diverse criticità: «Di certo aiuta qualcuno ma non risolve assolutamente il problema. Dieci anni di tempo sono un’enormità e l’ipotesi di utilizzare anche gli F24 dei clienti non aiuterà a sbloccare i crediti incagliati. Darà un po’ di ossigeno alle banche ma non garantirà affatto che queste acquistino nuovi crediti». Secondo la Confederazione, oggi per le imprese è praticamente impossibile individuare soggetti disposti ad acquisire i crediti legati ai bonus per l’edilizia e lo scenario continua a peggiorare. Su questo Tritarelli sottolinea che «i canali tradizionali sono sempre più indisponibili ad acquistare i crediti (anche per le incertezze a causa delle continue modifiche normative) lasciando spazio a soggetti che speculano sulle difficoltà delle imprese della filiera». Cna rinnova pertanto l’invito al Governo ad assumere un intervento straordinario per consentire a decine di migliaia di imprese di svuotare i cassetti fiscali.

«I dati che emergono dall’indagine condotta dalla nostra Confederazione a livello nazionale – sostiene il presidente Cna Macerata - confermano che il meccanismo dello sconto in fattura necessita di un adeguato sistema per lo smobilizzo dei crediti fiscali altrimenti gli oneri per le imprese rischiano di essere superiori ai benefici che si proponeva l’agevolazione. Per sbloccare davvero la questione dei crediti incagliati serve un compratore di ultima istanza che, in ultima istanza, può essere solo lo Stato. È rischioso ricorrere ancora una volta ad un intervento della Cassa Depositi e Prestiti, non dimentichiamo che in Cdp ci sono anche i risparmi delle famiglie». Sul futuro che si prospetta per le imprese della filiera edile Tritarelli non è per nulla ottimista: «Se non sbloccano definitivamente ed in tempi rapidi la questione, molte imprese artigiane esposte saranno costrette a chiudere e quelle non esposte che sopravvivranno non faranno di certo più lavori con il Superbonus».

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