Superbonus, che stretta. Il cratere delle Marche va in pressing «Deroga? Fatela subito»

Superbonus, che stretta. Il cratere va in pressing «Deroga? Fatela subito»
Superbonus, che stretta. Il cratere va in pressing «Deroga? Fatela subito»
di Giulia Sancricca
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Domenica 19 Febbraio 2023, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 15:20

MACERATA  - Addio a cessione dei crediti e sconto in fattura per il Superbonus 110%. E subito il cratere sismico va in allarme. Nonostante si vada verso una deroga per la zona colpita dal sisma del 2016, finché imprenditori e proprietari di abitazioni inagibili non avranno la certezza di un occhio di riguardo da parte del governo è difficile dormire sonni tranquilli.

Così è già partito un forte pressing nei confronti soprattutto del commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli affinché intervenga per il cratere e scongiuri il fallimento di migliaia di imprese e il blocco della ricostruzione. 

«Mi auguro che Castelli faccia qualcosa - dice Ndricim Popa, rappresentante degli edili in Cna -. È di queste zone e saquali sono i nostri problemi.

Non abbiamo parole per quanto deciso dal governo. Non sappiamo come andare avanti». Intanto domani ci sarà un tavolo con tutte le parti interessate a Palazzo Chigi per approfondire meglio la questione «ma credo che gli incontri andassero fatti prima - dice Popa - non dopo che il decreto è stato pubblicato in Gazzetta». Chiare - a suo avviso - le strade da intraprendere ora: «va alzato il costo parametrico e per il 110% deve avere la precedenza chi ha davvero abitazioni da adeguare. Invece sono state sistemate case nuove. Fondamentale poi snellire la burocrazia: il Superbonus deve interessare solo proprietario, ditta e Stato».

I timori

Il timore che la ricostruzione si blocchi è grande, per questo la richiesta al Castelli e al governo è quella di intervenire subito. «Il provvedimento - dice Enzo Mengoni, presidente di Confartigianato - è incomprensibile. Una doccia fredda per imprese e famiglie. Le aziende si sono mosse seguendo le norme sinora vigenti, effettuando in prospettiva investimenti e assunzioni e prendendo accordi con i committenti per operare garantendo lo sconto in fattura. Ma ora si ritrovano sul groppone un macigno che rischia di affossarli. Preoccupate le famiglie che avevano fatto progetti e investito, chiedendo prestiti bancari con la convinzione di cedere in futuro questi crediti. E altre grandi questioni riguardano la ricostruzione. Cosa succederà agli accolli, che sono in media il 20-30% degli appalti? I committenti non hanno possibilità di pagarli e per le aziende è difficile compensare i crediti».

«Ripristino urggente e inderogabile»

Carlo Resparambia, presidente Ance Macerata attende la riunione di domani e chiede, per il cratere del centro Italia, «il ripristino urgente e inderogabile della misura indispensabile per proseguire nella ricostruzione. A differenza del resto d’Italia, il centro non ha scelto, ma si è trovato costretto a ricostruire un patrimonio edilizio distrutto. L’incentivo era stato introdotto per imprimere una spinta alla ricostruzione, ma lo scenario che si prefigura ora nel cratere è quello di un blocco totale di progetti da depositare e lavori da avviare, perché anche se la detrazione resta, pochi saranno i proprietari che hanno la capienza fiscale per usufruirne. Ci auguriamo un intervento anche in deroga che possa risolvere quello che sarebbe l’ulteriore grave problema per un territorio già penalizzato».
 

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