MACERATA - La sospensione delle rate dei mutui bancari sugli immobili resi inagibili dal sisma del 2016 in centro Italia e altre norme necessarie per l’economia del cratere non sono state confermate per il 2022 e hanno sollevato la preoccupazione bipartisan da parte del mondo politico marchigiano. Amministrazioni comunali, enti, cittadini e aziende attendono con ansia il definitivo decreto Milleproroghe per vedere inserite diverse tematiche che causerebbero altrimenti moltissimi problemi alla ricostruzione e all’economia in generale dell’area del sisma.
Sulla vicenda ieri è intervenuto con decisione il commissario straordinario per la ricostruzione post sisma Giovanni Legnini, che ha richiesto con urgenza un provvedimento nel corso di un’audizione nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio della Camera proprio sul decreto Milleproroghe, preannunciando la lettera inviata poi nel pomeriggio al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi scritta a due mani con il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) Antonio Patuelli.
«Proprio in questi giorni le banche stanno riattivando le procedure per la riscossione delle rate sui mutui concessi alle imprese e ai cittadini, che sono molto preoccupati – ha spiegato Legnini aprendo l’audizione in commissione con un ricordo delle vittime di Rigopiano a cinque anni dalla tragedia -, i tempi di conversione del decreto Milleproroghe rischiano di essere troppo lunghi.
«La legge di bilancio 2022 è stata molto positiva per la ricostruzione, ma alcune norme, non solo quella sui mutui dei privati, non sono state confermate e sono necessarie», ha affermato Legnini elencando proprio le suddette problematiche nel dettaglio. Legnini, infine, ha chiesto al Parlamento anche una norma che consenta, con le risorse già stanziate, di rafforzare la struttura organizzativa del commissario, che deve gestire il fondo complementare del Pnrr per le aree del sisma da un miliardo e 780 milioni, assicurando il rispetto di un cronoprogramma strettissimo senza distrarre forze essenziali all’attività della ricostruzione. Risorse ingenti che vanno sfruttate nel migliore dei modi, senza appesantire, per l’appunto, il personale già impiegato a pieno ritmo per l’accelerazione della ricostruzione.