Il foyer dello Sferisterio intitolato a Carlo Perucci, il padre della lirica maceratese

L'intitolazione del foyer dello Sferisterio a Carlo Perucci
L'intitolazione del foyer dello Sferisterio a Carlo Perucci
di Luca Patrassi
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Martedì 20 Luglio 2021, 08:25

MACERATA - Da ieri il foyer dello Sferisterio ha un nome, quello di Carlo Perucci, l’uomo che nel 1967 aprì le porte dello Sferisterio per realizzarvi la stagione lirica. Ieri l’evento, appunto l’intitolazione del foyer, è stato sottolineato da un convegno dedicato al “costruttore di visioni” ed al quale hanno partecipato gli assessori comunali alla cultura di Macerata e di Jesi, rispettivamente Katiuscia Cassetta e Luca Butini, il sovrintendente dello Sferisterio Luciano Messi, Giovanni Filosa che ha diretto gli interventi centrali firmati a cura di Gianni Gualdoni e di Elisabetta Perucci «Un uomo di teatro, la sua vita era il teatro», così Elisabetta Perucci ieri sera nella sala Piero Cesanelli ha ricordato il padre Carlo, quel “costruttore di visioni” cui il Comune di Macerata ha intitolato il foyer dello Sferisterio. Gualdoni, padre dell’indimenticato Alberto che è stato direttore tecnico di Macerata, ha inserito l’azione di Perucci nel contesto politico nazionale e locale. 

 

Elisabetta Perucci ha raccontato il padre, l’uomo, il cantante lirico e l’impresario. Quel manager che ha saputo innovare la tradizione lirica ben attento sempre alla qualità della proposta artistica ed ai bilanci nei teatri che ha diretto da Macerata a Verona passando per Jesi. «Mio padre è nato nel 1921, l’anno della prima Aida dello Sferisterio. Un segno del destino, come deve esserlo stato quel giorno del 1967 quando arrivò a Macerata per proporre al sindaco Elio Ballesi un’opera al teatro Lauro Rossi e rimase invece incantato dallo Sferisterio.

Propose allora a Ballesi di fare una stagione lirica allo Sferisterio e Ballesi - con lui in giunta c’erano tra gli altri Quagliani e Calzetti - accettò ad una condizione, che ad inaugurare ci fosse Mario Del Monaco. Mio padre lo chiamò al telefono seduta stante, Del Monaco rispose subito al telefono ed accettò la proposta».

Sullo schermo è scorsa anche un’immagine di quel contratto del giugno 1967: il cachet di Mario Del Monaco, l’Otello celebrato ed inseguito in tutto il mondo, fu di due milioni per le due recite e per la prova. Ricordi, emozioni e foto che corrono in sala: dalle foto di gruppo allo Sferisterio con Pieroni e Gualdoni a quella con Pavarotti a Verona per chiudere con la foto di famiglia Perucci nel foyer. Quello che ieri gli è stato intitolato. La settimana inaugurale, apertasi con l’incontro dedicato a Carlo Perucci (direttore artistico dal 1967 al 1987) al quale è stato intitolato il foyer dello Sferisterio, e sarà cadenzata da incontri e i primi spettacoli in arena, come le due anteprime giovani di Aida (oggi alle ore 21) e della Traviata (domani, ore 21), tappe conclusive del percorso “Sferisterio Education”.

Oggi e domani, in collaborazione con l’Associazione Opera Europa, si svolgerà a Macerata un workshop internazionale dedicato alla scenotecnica e alla produzione: una trentina di professionisti provenienti dai maggiori teatri e festival europei che formano i forum di TechSet e di Amministrazione Artistica&Produzione si incontreranno per la prima volta in presenza dopo mesi a Macerata per discutere di nuove tecnologie e soluzioni nell’ambito della produzione dopo la pandemia, assisteranno alle prove e visiteranno il palcoscenico dello Sferisterio (l’evento riservato agli operatori iscritti a Opera Europa).
 

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