Il settore moda in apnea, l'allarme degli industriali: «Lo scenario è delicato, subito aiuti alle aziende»

Il settore moda in apnea, l'allarme degli industriali: «Lo scenario è delicato, subito aiuti alle aziende»
Il settore moda in apnea, l'allarme degli industriali: «Lo scenario è delicato, subito aiuti alle aziende»
di Luca Patrassi
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Venerdì 25 Marzo 2022, 09:15

MACERATA  - Mentre gli analisti internazionali si occupano di scrutare gli effetti delle sanzioni decise dalla Ue contro la Russia, e la sua economia, per l’invasione dell’Ucraina, Confindustria Macerata segnala le avvisaglie della “tempesta perfetta” per le aziende locali, frutto appunto della guerra, del boom dei costi dell’energia, della mancanza di materie prime, dei problemi legati ai trasporto.


Assente il presidente della Territoriale maceratese Sauro Grimaldi, a tirare le fila dell’iniziativa degli imprenditori è il direttore di Confindustria Macerata Gianni Niccolò: «Lo scenario che stiamo vivendo è delicato è fragile: ci sono l’aumento delle materie prime, le difficoltà per il loro reperimento, l’aumento del costo del gas in un anno è stato di otto volte, cinque quello dell’energia.

Si tratta di un peso insopportabile per le aziende, peraltro l’export marchigiano verso la Russia vale 380 milioni di euro, il 26% si matura nel distretto fermano-maceratese». 


Cosa fare, oltre a segnalare il problema? «In emergenza devono essere usati strumenti emergenziali, penso alla cassa integrazione straordinaria, alla decontribuzione, ai costi di gestione del personale che sono un asset strategico per le aziende del comparto manifatturiero. Il momento è critico, va fatta massima attenzione». Il fronte degli imprenditori lo apre Michele Paoloni, presidente della sezione abbigliamento di Confindustria Macerata: «Il nostro è il settore forse meno toccato, ma è pure evidente che quello energetico e quello bellico sono due problemi allarmanti nella fase post-pandemica. La guerra in particolare ha chiuso i mercati direttamente coinvolti e ha ridotto gli spazi nei Paesi minori, per le nostre aziende si parla di un calo dei fatturati tra il 5 e il 12%. Mi chiedo però quale sia stata la strategia politica di chi, dopo che il guerrafondaio Putin nel 2014 aveva annesso la Crimea, ha addirittura aumentato la quota italiana di importazione di gas russo. Soluzioni ora sono difficili da trovare, del resto il nostro è il Paese dove non si può fare nulla, rigassificatori ed altri, siamo la Cenerentola d’Europa ed ora la strada della autonomia energetica è per noi complessa. Vero è che siamo di fronte ad aumenti ingiustificabili, ma per l’immediato non vedo altre soluzioni se non quelle accennate dal nostro direttore».

Alessio Castricini è il presidente della sezione accessoristi calzaturieri: «Siamo usciti dalle fiere, il Micam e Linea Pelle, il Covid continua a determinare incertezze produttive (il 20/30% del personale risulta positivo e dunque a casa) e riflessi negativi sui consumi, ora la crisi russo-ucraina che non ha colpito direttamente le aziende di accessori ma la filiera calzaturiera che si trova ad affrontare una forte contrazione degli ordini. Chiediamo azioni immediate di sostegno alle aziende, nel medio e lungo termine investimenti in tecnologia e nella ricerca di nuovi mercati. Peraltro i rincari producono ulteriore perdita di capacità di acquisto e non è stata ancora presa una misura di integrazione dei salari degli operai». 


Sergio Sciamanna è il presidente della Sezione pellettieri: «Ci sono da affrontare la mancanza di ordinativi e le difficoltà finanziarie. Una soluzione possibile per l’emergenza? La cassa integrazione speciale e la decontribuzione. Poi spazio alla digitalizzazione per penetrare nuovi mercati, operazione non facile e che richiede investimenti importanti». A chiudere la serie degli interventi è Matteo Piervincenzi, presidente della sezione dei calzaturieri: «Dopo il crollo del 2020, il settore aveva avuto un rimbalzo a macchia di leopardo, un’azienda su tre era tornata a livelli di fatturato pre Covid. Al Micam ci sono stati momenti importanti di confronti su temi come metaverso, il retail, la digitalizzazione. Assocalzaturifici ha creato il marchio di certificazione, c’è all’estero sempre particolare attenzione verso il Made in Italy, dobbiamo sviluppare piattaforme per gli show-room virtuali con il sostegno della Regione e di altri Enti».

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