Omicidio di Rosina: ergastolo al nipote Enea. Due anni (pena sospesa) al marito Enrico e alla figlia Arianna che esce dal carcere

Omicidio di Rosina: ergastolo al nipote Enea. Due anni (pena sospesa) al marito Enrico e alla figlia Arianna che esce dal carcere
Omicidio di Rosina: ergastolo al nipote Enea. Due anni (pena sospesa) al marito Enrico e alla figlia Arianna che esce dal carcere
di Giulia Sancricca
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Venerdì 16 Dicembre 2022, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 16:33

MACERATA  - C’è un solo colpevole per l’omicidio di Rosina Carsetti. Secondo i giudici della Corte d’Assise di Macerata si tratta del nipote, Enea Simonetti. Il giovane, oggi 22enne, è stato condannato ieri all’ergastolo per l’omicidio dell’anziana avvenuto la sera della vigilia di Natale del 2020 nella loro villetta di Montecassiano.

Condanna a due anni di reclusione per simulazione di reato (pena sospesa) invece per il marito della donna, Enrico Orazi, - che era già a piede libero - e per la figlia Arianna che invece è uscita ieri sera dal carcere di Forlì. La donna era detenuta dal febbraio del 2021. 

I giudici, nella sentenza, hanno disposto anche l’immediato dissequestro della villetta teatro del delitto, che viene affidata a Enrico Orazi, e della somma di duemila euro che tornerà nella disponibilità di Arianna. Il pm Vincenzo Carusi aveva chiesto, nell’ultima udienza, l’ergastolo per tutti i tre imputati, ritenendoli responsabili dell’omicidio della 78enne, con l’isolamento diurno per 18 mesi per Arianna, 10 mesi per Enea e 6 mesi per Enrico, contestando loro a vario titolo, a vario titolo, i reati di omicidio (in cui è confluito il reato di maltrattamenti), simulazione di reato, violenza privata riqualificata in rapina e induzione a non rendere dichiarazioni.

Con la sentenza di ieri invece si è materializzato un vero e proprio colpo di scena. La Corte, presieduta da Andrea Belli - affiancato dal giudice Daniela Bellesi -, si è riunita in camera di consiglio dopo che le parti hanno deciso di non replicare. Dopo quasi quattro ore di riunione, i giudici sono usciti ed è stata data lettura della sentenza. Durante l’attesa, mamma e figlio hanno parlato, fianco a fianco, seduti nel gabbiotto dell’aula 1 del Tribunale di Macerata. Enrico Orazi invece è più volte entrato e uscito dalla stanza. Enea Simonetti è stato dichiarato colpevole del reato di omicidio, con le aggravanti di aver agito contro un’ascendente (sua nonna), per futili motivi e di avere approfittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa. Sono state escluse invece le restanti aggravanti contestate. 



Secondo i giudici Enea non ha premeditato il delitto, ma ha agito per uno scatto d’ira. Simonetti dovrà pagare anche le spese processuali e di mantenimento durante la custodia cautelare in carcere. È stato poi interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e resterà in stato di interdizione legale per la durata della pena. Assolti invece - come si diceva - per il reato di omicidio Enrico Orazi, 80 anni, e la figlia Arianna, 50 anni. Il giudice ha anche disposto la trasmissione degli atti in Procura per le dichiarazioni che Enea aveva rilasciato nel corso dell’udienza e con le quali accusava sua mamma e suo nonno. Questi ultimi due, al termine della lettura della sentenza, sono scoppiati in lacrime. In aula presente anche il padre di Simonetti che non ha voluto commentare la sentenza di primo grado che rispedisce il figlio in carcere. Una sentenza che arriva a quasi due anni da quella tragica vigilia di Natale e che è stata per certi versi inaspettata, viste le ricostruzioni che sia l’accusa che la difesa avevano svolto in aula. «Una conclusione molto difforme rispetto a quella della Procura - commenta il neo procuratore di Macerata, Giovanni Fabrizio Narbone - . Bisognerà valutare le motivazioni che hanno portato a questo. È chiaro che, avendo chiesto tre ergastoli, la Procura ha ritenuto e ritiene di avere le prove per giungere a questa conclusione». 

Annuncia il ricorso in Appello il legale di Simonetti, Valentina Romagnoli, che lo difende insieme al collega Andrea Netti. «L’Appello è fisiologico - afferma il legale all’uscita dal Tribunale -. Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza (rese note tra tre mesi): restiamo fermamente convinti che Enea non abbia ucciso la nonna, Rosina Carsetti, e che ci siano numerosi elementi che depongono per la sua assoluta innocenza. Siamo tutti consapevoli che si tratta del primo set di una partita che durerà qualche anno, ce lo aspettavamo alla luce delle richieste del pubblico ministero». Il giovane, dopo aver ascoltato la lettura della sentenza, è stato riportato in carcere. 

Un epilogo più sorprendente per Arianna Orazi che da ieri è tornata a essere una donna libera dopo quasi due anni di carcere. È tornata, accompagnata dagli agenti della polizia penitenziaria che l’avevano scortata all’andata, al carcere di Forlì per riprendere le sue cose e poi fare rientro a Montecassiano. «Una assoluzione piena - commenta il legale della donna Olindo Dionisi -. Su 8 capi di imputazione è stata assolta per 7 e soprattutto da quello dell’omicidio. Siamo però consapevoli che si tratta di una vicenda triste. Un ragazzo è stato condannato all’ergastolo. La mia assistita era contenta per la conferma della sua estraneità, ma dispiaciuta per il figlio. È un processo molto indiziario e i tanti indizi non costituiscono una prova. Per condannare una persona occorrono le prove e se non ci sono bisogna assolvere». Poche parole da parte dell’avvocato di Enrico, Barbara Vecchioli. «Si tratta di una tragedia familiare. Il mio assistito è dispiaciuto per il nipote».

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