MACERATA - Dopo aver perso 80 milioni di fatturato export nel 2020 a causa della pandemia, la calzatura maceratese mette a segno un incoraggiante segno “più” nel primo trimestre di quest’anno. Se l’export calzaturiero dei cugini fermani indietreggia ancora (-16,5%) e quello di Ascoli Piceno è ancora in profondo rosso (-22,7%), Macerata vira in terreno positivo: +4,5% e si piazza all’ottavo posto della graduatoria nazionale stilata in base al valore esportato.
Per Macerata è di 90,6 milioni di euro, inferiore del 17,9% rispetto ai livelli del 2019 (110 milioni di euro). Dunque c’è ancora molto da recuperare e speriamo che il secondo trimestre 2021 possa confermare il trend positivo del primo e guadagnare ulteriore terreno sui livelli, non eccelsi, dell’anno pre pandemia. Anche per gli addetti ai lavori è difficile dare una spiegazione delle due velocità (circoscritte al periodo gennaio-marzo) in un unico distretto.
Periodo non facile anche per il settore della pelletteria che nel 2020 ha perso 53 milioni di euro di export, crollato del 39,6%, la percentuale più negativa delle prime 22 province della graduatoria italiana per valore di fatturato estero. Dunque agli 80 milioni di euro persi con le scarpe si aggiungono i 53 lasciati sul campo della pandemia per le borse. Il settore moda reclama le fiere in presenza per poter tornare ad incontrare i buyer e sviluppare le esportazioni. La ridotta dimensione delle imprese, che non consentono alle stesse di avere molte occasioni di vendita, e i prodotti belli e ben fatti poco valorizzabili online sono i due fattori per cui le fiere in presenza diventano determinanti per la ripresa dei due settori.