Le richieste di Grimaldi, presidente di Confindustria: «Ora servono la Cigo in deroga e un fondo speciale per la crisi»

Sauro Grimaldi
Sauro Grimaldi
di Lolita Falconi
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Sabato 12 Marzo 2022, 07:10

MACERATA - «Abbiamo bisogno di interventi risolutivi e urgenti per cui faccio appello alle istituzioni, alla Regione Marche in particolare, agli Istituti di Credito, al sistema Confidi marchigiano, alla Camera di Commercio Unica delle Marche».

E’ un Sauro Grimaldi particolarmente preoccupato quello che prende la parole e prova ancora una volta ad accendere i riflettori sulla situazione dell’economia provinciale. Il presidente di Confindustria Macerata esprime forte timore per la situazione che sta determinando il conflitto russo-ucraino, arriva a dire che «è a rischio la tenuta del sistema produttivo provinciale e la ripresa del nostro Paese». Ecco perché mette subito sul tavolo le sue proposte.

«Occorre pensare ad un fondo speciale regionale per la crisi 2022 (ovviamente senza un intervento sostanziale e strutturale dello Stato qualunque soluzione rischia di essere non significativa), ciò si rende indispensabile per tentare di attenuare gli effetti dirompenti di questo periodo - spiega Grimaldi -.

Il fondo sarebbe di aiuto in maniera diretta e semplice alle imprese sul fronte della liquidità, così che possano affrontare i maggiori costi; servirebbe per dare ristori alle aziende che lavorano con il mercato russo-ucraino (che stanno compromettendo i ricavi del primo trimestre 2022 rispetto all’analogo precedente periodo 2021) e per consentire di sostenere l’impennata dei costi energetici (in quest’ultimo caso occorre solo contare su aiuti nazionali). Inoltre – prosegue il presidente di Confindustria Macerata – è indispensabile prevedere una Cigo in deroga per le aziende italiane operanti in Ucraina-Russia ed è opportuna una possibile rinegoziazione in corsa dell’utilizzo delle risorse del Pnrr e laddove possibile rimodulando i fondi della programmazione europea 21-27 in quanto sono stati sconvolti i paradigmi economici e finanziari pre-esistenti».


«Il conflitto – seguita Grimaldi – ha accentuato alcuni problemi che già c’erano, ad esempio i rincari dei costi dell’energia: dall’indagine “Caro Energia” effettuata dai nostri uffici, sui costi effettivi dell’energia elettrica e del gas sostenuti dalle imprese nel mese di gennaio 2022, sono emersi aumenti medi del 70% sul costo a kwh nella bolletta elettrica e di circa il 200% sul costo a Smc nella bolletta del gas, rispetto a gennaio 2021. Tali aumenti sono al netto delle agevolazioni sugli oneri di sistemi introdotti dal Governo che, per l’energia elettrica, consentono di frenare l’aumento del costo medio a kwh che altrimenti sarebbe superiore al 100%. Ne emerge un quadro previsionale preoccupante aggravato dalle quotazioni per i prossimi mesi. Se non si interviene con rapidità c’è il pericolo reale di sospensioni e interruzioni di processi produttivi. Inoltre è sempre più difficile l’approvvigionamento delle materie prime e, anche in questo caso, i costi sono altissimi, il rischio serio è di compromettere la ricostruzione nelle aree colpite dal sisma».

C’è poi un’altra minaccia, questa strettamente legata al recente conflitto, l’impatto cioè della crisi Ucraina Russa per un numero sempre più crescente di operatori economici «nei differenti settori, dalla moda alla calzatura all’agroalimentare, senza dimenticare tutte le imprese coinvolte nelle relative filiere».

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