Rogo alla Rimel, scuole e fabbriche chiuse in cinque Comuni. La prefettura: «Mascherine all’aperto»

Rogo alla Rimel, allarme in 6 Comuni del maceratese. La prefettura: «Mascherine all’aperto»
Rogo alla Rimel, allarme in 6 Comuni del maceratese. La prefettura: «Mascherine all’aperto»
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 7 Dicembre 2022, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 15:23

POLLENZA Tutta Casette Verdini ieri mattina si è svegliata sovrastata da una densa nube nera e un odore pungente di bruciato. Intorno alle 23 di lunedì sera si è sprigionato un incendio nel capannone della Rimel, azienda che si occupa dello smaltimento di rifiuti elettronici. A dare l’allarme è stato il titolare Alberico Leonori, che ha ricevuto sul suo telefono il messaggio di entrata in funzione del sistema antincendio. 

Vigili al lavoro tutta la notte e nei prossimi giorni

Le operazioni sono andate avanti tutta la notte e proseguiranno anche nei prossimi giorni: sul luogo sono impegnati 9 mezzi e una ventina di vigili del fuoco per spegnere gli ultimi focolai all'interno della struttura, ormai in parte pericolante.

Dal sito si leva ancora fumo denso, che si è diffuso in una vasta area circostante. Scuole chiuse in 5 Comuni: Tolentino, Pollenza (Casette Verdini e Pollenza Scalo), Macerata (Sforzacosta), Urbisaglia e Corridonia. Chiuse anche le fabbriche, mentre la situazione è monitorata dalla Prefettura di Macerata.

 

La Procura apre un fascicolo per incendio colposo

Intanto la Procura della Repubblica di Macerata ha aperto un fascicolo per incendio colposo, procedendo per il momento a carico di ignoti. Tra le ipotesi, c'è quella che le fiamme si siano sprigionate dal materiale stoccato.

La mobilitazione

Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco coordinati dal comandante provinciale Mauro Caprarelli e al momento la situazione è sotto controllo anche se ieri sera si registrava ancora qualche focolaio da domare. Il capannone è stato messo in sicurezza, partendo dai materiali più pericolosi e dalla salvaguardia della stabilità della struttura. È stato però gravemente danneggiato il tetto, deformato dalle fiamme e a rischio crollo in vari punti. A preoccupare ora è l’impatto ambientale dell’ampia nube sviluppatasi e si sta indagando sulle cause del rogo. Per quanto riguarda il primo aspetto, qualche risposta certa la si avrà in giornata. «La stazione mobile dell’Arpam che rileva le condizioni dell’aria necessita di 24 ore per la raccolta e l’analisi dei dati, che avremo quindi in mattinata: per questo ci riaggiorneremo alle 12 in prefettura – spiega il sindaco Mauro Romoli dopo il vertice di ieri pomeriggio con forze dell’ordine e sindaci del territorio –. Per i dati delle stazioni fisse posizionate in alcuni punti sensibili avranno bisogno di qualche giorno in più per arrivare a risultati attendibili. Arpam e Asur faranno però campionamenti anche sugli ortaggi: è stata perimetrata una zona di incidenza, che non riguarda solo Pollenza ma anche i comuni limitrofi, e su questa saranno fatti dei prelievi».

Le raccomandazioni

La prefettura, intanto, ha disposto diverse raccomandazioni alla popolazione dei comuni di Pollenza, Tolentino, Urbisaglia, Corridonia, Colmurano e Macerata: evitare di fare sport all’aperto in prossimità dell’area dell’incendio; tenere finestre e impianti di areazione chiusi; non raccogliere frutta e ortaggi; tenere al chiuso gli animali da cortile; utilizzare mascherine negli spazi all’aperto. Per quanto riguarda le cause, certezze ancora non ce ne sono. L’avvocato dell’azienda, Leonardo Filippucci, ha però escluso con sicurezza il dolo. «Abbiamo chiesto l’acquisizione della sala dove sono i server che immagazzinano le immagini dell’impianto di videosorveglianza per accertarlo, il capannone a quell’ora era vuoto – ha sottolineato il legale –. Non ci sono stati precedenti che possano far pensare a qualcosa di diverso da questo». Su quanto accaduto il pubblico ministero di turno Enrico Riccioni ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per incendio colposo. Ieri infatti non è stato possibile accedere in sicurezza all’interno della struttura per effettuare accertamenti sull’origine dell’incendio, un’ipotesi preliminare è che il rogo possa essersi sprigionato da batterie al litio, ma questa, appunto è solo una delle ipotesi. Per poter ricostruire con esattezza l’accaduto bisognerà attendere la messa in sicurezza del capannone e solo a quel punto gli investigatori potranno accedere all’interno della struttura ed effettuare tutte le verifiche del caso. Intanto è stato posto sotto sequestro il locale adiacente dove ci sono server e telecamere di videosorveglianza, la Procura ha nominato un consulente per effettuare la copia forense delle immagini registrate.

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